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Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2025, tra cambiamento climatico, guerre e scarsa consapevolezza

La Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2025 evidenzia le crisi globali che affliggono l’agricoltura, fonte di nutrimento per tutto il Pianeta. I sistemi alimentari sono sotto pressione e la loro sostenibilità sembra ancora lontana

Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2025, tra cambiamento climatico, guerre e scarsa consapevolezza
Foto FAO

La sostenibilità dei sistemi alimentari è ancora lontana

Il 16 ottobre si celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2025, ma l’agricoltura – sottoposta agli stress dovuti al cambiamento climatico – non ha molto da celebrare.

Il 2025, infatti, ha evidenziato la profonda vulnerabilità dell’agricoltura agli eventi climatici estremi. Inoltre, con risorse idriche e produzione alimentare costantemente sotto pressione è diventato prioritario ripensare i modelli colturali e i sistemi di irrigazione, come pure individuare strategie alternative di adattamento.

La Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2025 tra mille criticità

Ogni anno le rese dei raccolti diminuiscono, a significare che non si tratta di eventi episodici, bensì strutturali. Senza contare che le difficoltà dell’agricoltura hanno ricadute economiche e sociali oltre a ripercussioni sulla qualità del cibo prodotto.

Le criticità sono presenti in tutti i settori produttivi. Le vacche da latte soffrono lo stress termico. Le temperature estive troppo alte hanno ridotto la produzione mediamente del 15%, con punte del 30% in Molise.

Gli inverni miti seguiti da gelate primaverili compromettono i raccolti. Un esempio per tutti sono i ciliegi in Puglia, che hanno perso dal 70% al 100% del prodotto, come sta accadendo con le mandorle e le nocciole in altre regioni.

Anche altri prodotti ortofrutticoli, come pere, pesche e albicocche hanno sicuramente conosciuto stagioni migliori. Emblematico il caso delle albicocche: troppi costi e troppi rischi hanno spinto alcuni agricoltori ad abbandonarne la coltivazione.

Segnali positivi arrivano invece da olio e vino.

Il cambiamento climatico ridisegna la geografia agricola

I crolli produttivi, evidentemente, hanno pesanti ripercussioni sui consumatori che vedono letteralmente lievitare i prezzi. È quella che viene definita climateflation (cioè l’inflazione climatica), ovvero l’aumento del prezzo degli alimentari causato dagli effetti del cambiamento climatico.

Ma il bisogno aguzza l’ingegno, così i produttori stanno percorrendo strade alternative e, soprattutto nelle regioni del Sud come Calabria, Puglia e Sicilia si produce frutta tropicale anche da esportare.

Gli appassionati di mango &Co. avranno la soddisfazione di acquistarli Made in Italy, ma resta il fatto che dal punto di vista climatico proprio non è un bel segno.

In pratica, il cambiamento climatico sta ridisegnando la geografia agricola.

Il cibo sano deve essere un diritto per tutti

Il principio deve valere sempre, ma nella Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2025 diventa ancora più imperativo: il cibo sano deve essere un diritto per tutti.

Il mondo vive in uno stato di dissociazione alimentare: da una parte si muore di fame, dall’altra si muore perché si mangia troppo e male. Ciò avviene in totale contrasto con l’Obiettivo 2 dell’Agenda 2030 (“Fame Zero”), una meta che sembra ancora lontana.

Se l’assunzione di cibo è funzionale alla sopravvivenza, un’alimentazione sana ed equilibrata è uno strumento di salute.

Infatti, un’alimentazione sana riduce il rischio di malattie croniche non trasmissibili come diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, alcune forme di tumore.

La dieta mediterranea, riconosciuta come sana e sostenibile, è un modello efficace di alimentazione equilibrata che purtroppo bambini e ragazzi italiani non seguono come dovrebbero, attratti dal cibo spazzatura.

Il cibo come commodity

Nel 2024, 673 milioni di persone nel mondo hanno sofferto la fame cronica e 295 milioni una forma di insicurezza alimentare acuta.

Nello stesso periodo, 1,3 milioni di tonnellate di cibo sono finite nella spazzatura.

Una delle distorsioni del nostro tempo è la riduzione del cibo a una commodity: una merce dove ci sono eccedenze produttive, scarti, sprechi, speculazioni che fanno oscillare i prezzi delle materie prime alimentari.

La sostenibilità dei sistemi alimentari è ancora un miraggio se, come sembra, sono responsabili a livello globale di un terzo delle emissioni di gas climalteranti.

Se l’Europa ha imboccato da tempo un percorso virtuoso, a livello globale l’uso di sostanze di sintesi, i brevetti sementieri che favoriscono le monocolture, gli allevamenti intensivi, le coltivazioni di poche varietà vegetali portano alla perdita di biodiversità e ad un impatto ambientale devastante.

Papa Leone XIV: la fame è usata come un’arma di guerra

Particolarmente sferzanti le parole usate da Papa Leone XIV in visita alla FAO in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2025 e degli 80 anni dell’istituzione.

La fame «nega la dignità umana, compromette lo sviluppo auspicabile, costringe ingiustamente moltitudini di persone ad abbandonare le proprie case e ostacola l’intesa tra i popoli».

Realizzare l’Obiettivo “Fame Zero” sarà possibile solo se ci sarà «una volontà reale di farlo, e non soltanto dichiarazioni solenni».

Il Papa ha sottolineato che dietro ai numeri della fame ci sono persone, la loro morte è «un fallimento collettivo» e ha parlato della fame usata come un’arma di guerra contro i civili inermi, negando loro il diritto alla vita.

L’apatia che giustifica la fame

Parliamo di solidarietà rimanendo immersi in un «funesto letargo» che ci fa girare dall’altra parte.

«Non possiamo aspirare a una vita sociale più giusta se non siamo disposti a liberarci dall’apatia che giustifica la fame come fosse una musica di sottofondo alla quale ci siamo abituati, un problema irrisolvibile o semplicemente una responsabilità altrui.

Non possiamo chiedere agli altri di agire se noi stessi non rispettiamo i nostri impegni. Con la nostra omissione diventiamo complici della promozione dell’ingiustizia».

Il ruolo educativo della mensa scolastica

Educazione alimentare non è soltanto spiegare in cosa consiste una dieta equilibrata e perché fa bene mangiare sano.

La scuola come comunità dovrebbe insegnare ai più giovani il valore del cibo, la sua origine, l’impatto sull’ambiente e sulla nostra salute.

Educare al rispetto del cibo è educare alla cittadinanza, insegnando anche le implicazioni economiche e sociali delle scelte alimentari. Il cibo, infatti, ha un legame con il territorio e con le comunità che lo abitano.

Oltre alla scuola, un progetto completo di educazione alimentare dovrebbe coinvolgere anche le famiglie e il territorio. In questo progetto la mensa scolastica riveste un ruolo centrale per l’apprendimento di buone pratiche alimentari: proporre menù equilibrati, ridurre gli scarti, privilegiare prodotti locali.

La consapevolezza viene dal dialogo: in famiglia si dovrebbe raccontare quello che si è appreso a scuola cercando di replicarlo a tavola.

Il Concorso Poster della FAO per la Giornata dell’Alimentazione 2025

Una notizia interessante per i più giovani arriva dalla FAO, che ha lanciato il Concorso Poster della Giornata Mondiale dell’Alimentazione a cui possono partecipare bambini e ragazzi tra i 5 e i 19 anni.

Basta creare un poster sul tema dell’alimentazione, scattare un’immagine del poster e inviarla dopo essersi iscritti al concorso compilando il modulo sul sito web.

Il termine per le iscrizioni è il 7 novembre 2025.

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About Author / Isabella Ceccarini

Europeista sostenitrice dell’Italia, non ama i confini mentali e geografici. Di formazione umanistica, è curiosa delle novità e affascinata dalla contaminazione tra saperi diversi. Giornalista da più di trent’anni, ha lavorato a lungo come caporedattore per un trimestrale di politica universitaria e ricerca. Ha scritto a quattro mani il libro Perché l’università. Riflessioni sull’etica del sapere che raccoglie pensieri e interviste a esponenti di spicco del mondo dell’istruzione superiore e di organizzazioni internazionali. Ha collaborato con diverse case editrici alla stesura di libri e cataloghi per mostre ed eventi occupandosi di progettazione e coordinamento editoriale. È attenta ai temi etici di cui ha scritto per il mensile della Società San Vincenzo de’ Paoli e ha fatto parte della giuria del Premio letterario Città di Castello nella sezione riservata ai giovani. Organizza e modera tavole rotonde su temi che spaziano dalla salute all’agricoltura, nonché corsi di formazione per i giornalisti. Ha ideato e condotto due eventi per il format #leparolevalgono di Treccani. Dal 2017 è entrata a far parte del team di Rinnovabili dove si dedica in particolare all’agrifood ma ama anche allungare lo sguardo ai temi ambientali. Per Rinnovabili progetta e conduce Agrifood Forum, evento annuale sulla sostenibilità alimentare.