In Honduras colpiti ancora gli attivisti per la giustizia ambientale di Guapinol

Il 13 ottobre è stato ucciso Arnold Joaquín Morazán Erazo. Era fra i 32 imputati del processo-farsa sul rio Guapinol.

Giustizia ambientale: ucciso un altro attivista di Guapinol
david diaz from Pixabay

Nel 2019 uccisi nel paese 14 attivisti per la giustizia ambientale

(Rinnovabili.it) – L’Honduras si conferma il paese più pericoloso al mondo per gli attivisti che lottano per la giustizia ambientale. Specie chi difende il diritto all’acqua. Il 13 ottobre è stato ucciso Arnold Joaquín Morazán Erazo, che oltre a fare il predicatore cristiano era anche una delle figure di punta dell’attivismo nella comunità di Guapinol. Tanto da figurare tra i 32 imputati del processo-farsa in cui lo Stato cerca di incastrare – spesso senza prove – chi ha difeso le acque dall’inquinamento e le terre della comunità dallo sfruttamento illegale delle sue risorse.

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Guapinol si trova nel nord dell’Honduras, nella regione di Bajo Aguàn. Qui dal 2011 le comunità locali lottano contro lo sviluppo di un progetto minerario che giudicano dannoso. Per questo UE li ha anche nominati tra i finalisti del premio Sacharov per la libertà d’espressione il mese scorso. La società dietro il progetto minerario, Inversiones Los Pinales, è anche il più grande proprietario terriero dell’Honduras con stretti legami con il partito al governo. Persone legate a questa società sono stati collegati a vario titolo a tentativi di rapimento e intimidazione di attivisti, oltre che di corruzione di funzionari. Il progetto minerario è ampiamente ritenuto illegale perché non c’è stato alcun processo di consultazione della comunità. E si trova all’interno di Carlos Escaleras, un parco nazionale. Da cui dipende l’unica fonte di acqua potabile per circa 42mila persone.

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Nel 2018, quando lo sviluppo della miniera ha iniziato a contaminare l’acqua potabile per 14 comunità vicine, i residenti di Guapinol hanno eretto un Campo in difesa dell’acqua e della vita. Nell’ottobre 2018, 1.500 militari e agenti di polizia dell’Honduras hanno attaccato e sgomberato violentemente il campo. Nel 2019 è iniziata poi un’offensiva giudiziaria. Mandati a processo senza accuse precise, o addirittura senza prove o con evidenze acclarate che li scagionavano.

Una recente indagine della International Human Rights Law Clinic dell’Università della Virginia ha concluso: “Questo caso è in linea con un modello di violenza, molestie e intimidazioni nei confronti dei difensori dei diritti umani in Honduras. Illustra la tendenza del governo a favorire gli interessi economici diritti umani. E la sua volontà di attaccare la libertà di associazione, espressione e riunione pacifica dei loro cittadini”. Nel 2019, secondo l’ONG Global Witness, sono 14 gli attivisti per la giustizia ambientale uccisi in Honduras. E’ il paese con il più alto tasso al mondo di omicidi di questo tipo in rapporto alla popolazione.

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