Alla Cop28 di Dubai, l’Ue lotterà per il phase out delle fossili

Più ambizione rispetto alla Cop27, quando Bruxelles chiedeva solo il phase down (riduzione). Incluso tra le priorità diplomatiche l’impegno a raggiungere il picco di CO2 entro pochi anni

Piano di attuazione di Sharm: la COP27 non aiuta a ridurre le emissioni
crediti: UNclimatchange via Flickr | CC BY-NC-SA 2.0

Il phase out delle fossili è stato inserito nella posizione ufficiale della diplomazia UE

(Rinnovabili.it) – La Cop28 deve puntare al phase out delle fossili. L’UE ha fissato ufficialmente il suo obiettivo per il vertice sul clima di Dubai, che si terrà a dicembre negli Emirati Arabi Uniti. Lo riporta il documento con le conclusioni del Consiglio Ambiente e Diplomazia energetica che si è tenuto ieri.

Il buco nell’acqua della Cop27

La riduzione graduale (phase down) delle fossili era nel mirino dei Ventisette già alla Cop27, anche se non ufficialmente. L’opzione non compariva all’inizio del vertice, ma è stata messa sul tavolo per controbilanciare le concessioni di Bruxelles sul fronte del meccanismo sui loss & damage, il tema più caldo dibattuto nelle due settimane a Sharm el-Sheikh.

Il tema in realtà era stato sollevato dall’India, che cercava un modo per allentare un po’ la pressione. L’anno prima, a Glasgow, aveva preteso e ottenuto, all’ultimo secondo, che il phase out del carbone diventasse un più blando phase down. Per ricostruirsi un’immagine – e mettere pressione anche su altri paesi non così dipendenti dal carbone come Nuova Delhi – aveva appoggiato l’estensione della riduzione delle fossili.

L’Europa quindi ha colto l’opportunità e fatto suo il tema. Con ottimi risultati: alla Cop27, secondo quanto dichiarato dal capo negoziatore UE Frans Timmermans durante la plenaria finale, l’Europa era riuscita a costruire una coalizione di 80 paesi – tantissimi – a favore della misura. Ma la presidenza di turno affidata all’Egitto si è rifiutata di inserire l’opzione anche solo in una delle bozze del comunicato finale.

Niente meno del phase out delle fossili

Con la testa a Dubai, Bruxelles decide di chiedere di più. Il phase down diventa phase out, forse solo per avere più margini di manovra ai negoziati e “concedere” di annacquare il testo tornando a una semplice riduzione. Fatto sta che la posizione europea adesso è scritta nero su bianco nel documento che descrive le priorità diplomatiche UE. E include l’impegno a raggiungere il picco di emissioni nel giro di pochi anni, in linea con la scienza dell’Ipcc, salvaguardando il ruolo del gas come energia di transizione.

“Il Consiglio ritiene che la dipendenza dai combustibili fossili renda i Paesi vulnerabili alla volatilità dei mercati e al rischio geopolitico e che il passaggio a un’economia neutrale dal punto di vista climatico richiederà l’eliminazione graduale a livello globale dei combustibili fossili non abbattuti, secondo la definizione dell’IPCC, e un picco nel loro consumo già nel breve termine, riconoscendo al contempo un ruolo transitorio per il gas naturale. L’UE promuoverà e solleciterà sistematicamente un passaggio globale verso sistemi energetici privi di combustibili fossili inalterati ben prima del 2050”, si legge nel testo delle conclusioni.

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