Rinnovabili • Rapporto ISPRA: Emissioni in calo in Italia e tutto grazie al settore elettrico Rinnovabili • Rapporto ISPRA: Emissioni in calo in Italia e tutto grazie al settore elettrico

Rapporto ISPRA: Emissioni in calo in Italia e tutto grazie al settore elettrico

Rispetto al 2024 dato complessivo in calo del 3%. Si fa complesso l’obiettivo Ue dell’Effort Sharing

Rapporto ISPRA: Emissioni in calo in Italia e tutto grazie al settore elettrico

Le emissioni nazionali di gas serra, la situazione in Italia in vista degli scenari futuri

Il rapporto ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) restituisce luci e ombre, uno scenario con elementi promettenti e altri che spingono a un maggiore impegno per cogliere i target nazionali e internazionali assunti nella riduzione delle emissioni.

Due dati su tutti: nel 2024 a fronte di un “calo significativo dei gas serra” principalmente “per effetto del comparto che produce energia elettrica”, resta “problematico il settore dei trasporti le cui emissioni continuano a crescere significativamente e rappresentano il 28% di quelle nazionali”. A tratteggiare, dati alla mano, la complessità del processo di decarbonizzazione, tra elettrificazione e persistenza dei motori endotermici ad alimentazione fossile che – peggio ancora – spingono innumerevoli auto private e non abbastanza mezzi pubblici per il trasporto di massa.

Le prime elaborazioni dell’Ispra relative al 2024 sono state presentate nel convegno ‘Decarbonizzazione: costruire un futuro emissioni zero’ promosso dallo stesso Istituto, nella Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro, pertinenza del Senato.

Disponibile da oggi il rapporto ‘Le emissioni nazionali di gas serra, la situazione in Italia in vista degli scenari futuri’, che delinea il quadro emissivo italiano a partire dal 1990 fino al 2023 e presenta un’analisi degli scenari emissivi al 2030 e 2055 rispetto a quello di riferimento (a politiche correnti) e allo scenario a politiche aggiuntive previsto dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), evidenziando le tendenze in atto e identificando i fattori chiave che influenzano l’andamento delle emissioni dei gas serra.

Un focus specifico è dedicato agli obiettivi di riduzione delle emissioni, con particolare riferimento ai settori Effort Sharing e al ruolo del settore LULUCF nel bilanciamento delle emissioni. Compito dell’Ispra è elaborare e pubblicare annualmente l’inventario nazionale e ogni due anni gli scenari delle emissioni dei gas serra per trasmetterli agli organismi europei ed internazionali.

Calo significativo delle emissioni nel 2024 grazie al settore elettrico

Ma vediamo più nel dettaglio la situazione. Il Rapporto Ispra 2025 registra appunto un calo significativo dei gas serra nel 2024: meno 3% rispetto all’anno precedente. Questo principalmente per effetto della produzione di energia elettrica con tecnologie a minori emissioni. Il settore incide in media per un quarto delle emissioni nazionali e negli anni continua a dimostrarsi tra i più efficienti in termini di riduzione dei gas climalteranti: sono diminuiti del 64% dal 1990 ad oggi.

Il problema persistente del settore dei trasporti

Si conferma problematico, invece, sottolinea Ispra, il settore dei trasporti le cui emissioni continuano a crescere significativamente e rappresentano il 28% di quelle nazionali. I gas climalteranti – e non solo quelli sfortunatamente – derivano per oltre il 90% dal trasporto stradale e sono aumentate di circa il 7% dal 1990. Conta il tipo di alimentazione dei veicoli, e qui c’è una caratteristica tutta italiana legata a precise determinanti socioeconomiche. Il parco veicolare italiano è tuttora caratterizzato da mezzi ad alimentazione tradizionale (benzina e gasolio) e negli anni il numero dei veicoli ha registrato una notevole espansione (oltre il 50%). Invece, in tutti gli altri settori economici registrano marcate riduzioni delle emissioni, ad eccezione della gestione dei rifiuti che però contribuisce solo al 5% del totale nazionale.

Tendenze delle emissioni dal 1990 al 2023 e confronto con gli obiettivi UE

In generale, se andiamo su di un lasso di tempo più esteso, il nuovo Rapporto Ispra conferma la tendenza alla riduzione delle emissioni dal 1990 al 2023, calate del 26,4% e passate da 518 a 385 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Oltre ai trasporti e alla produzione di energia, un contributo “importante” alle emissioni totali è arrivato dalle categorie del residenziale (18%), dell’industria manufatturiera (13%), dell’agricoltura (8%), dei processi industriali (6%), della gestione dei rifiuti (5%). Rispetto agli obiettivi europei di neutralità emissiva al 2050 e di riduzione delle emissioni nette del 55% entro il 2030, l’Italia risulta in linea su due dei tre pilastri principali: sia per il target UE di riduzione del 62% rispetto al 2005 delle emissioni dei grandi impianti, dell’aviazione e del trasporto marittimo (Emission Trading System o ETS-1 ), come anche quello di assorbire la CO2 (obiettivo LULUCF – Land Use, Land use Change and Forestry) fissato per l’Italia a circa 35 milioni di tonnellate.

Rapporto Ispra: l’analisi settoriale delle emissioni

“Ci sono sicuramente delle criticità ma ci sono anche dei dati che sono positivi, e rispetto a quelli cominciamo a dire che qualcosa anche nel nostro paese va”, sintetizza Maria Siclari, Direttore Generale di Ispra. “Nel 2024 le emissioni serra, da una prima stima, si riducono ancora di un ulteriore 3% rispetto al 2023 e questo per effetto della riduzione delle emissioni del settore di produzione dell’energia elettrica”. Ciò detto, “se consideriamo per il 2023 quale è il peso delle emissioni serra per settore vediamo che il settore energetico pesa per oltre l’80% sulle emissioni totali”, spiega Siclari.

Spacchettando gli usi dell’energia, “la prima criticità la troviamo nel settore dei trasporti, che ancora incidono per il 28% sul totale, seguiti dalla produzione di energia per il 20%, dal settore residenziale con una quota ancora importante del 18% e dall’industria manifatturiera che pesa per il 13%”.

Oltre l’energia “l’agricoltura pesa per l’8,4% sul totale, il 5,9% i processi industriali, poi la parte rifiuti che pesa il 5,3% rispetto al totale delle emissioni“, segnala la dg Ispra. “Nel 2023 crescono del 6,7% rispetto al 1990 le emissioni del settore trasporti” e sono “per il 90% ascrivibile al trasporto stradale, il dato cresce fino al 2007, poi rallenta per la recessione economica, ma in seguito riprende a salire”.

In sostanza, “abbiamo un problema legato al trasporto stradale, usiamo veicoli alimentati a benzina e gasolio, e c’è un parco auto diventato davvero importante” nei numeri. E questo “è un tema importante”, anche perché si tratta di un parco auto vetusto, tra i più vecchi d’Europa. Tra i dati positivi “diminuiscono le emissioni del settore energetico del 45%, diminuisce il peso del settore residenziale del 13,4%, dell’industria manufatturiera di oltre il 45%, dell’agricoltura del 15,6%, bene anche il settore dei processi industriali, anche per il minore utilizzo del cemento, con un calo del 40,5%”. Insomma, “la fotografia del Paese al 2023 rispetto al 1990 con le eccezioni dette è positiva”, rileva Siclari.

La sfida dell’Effort Sharing e la necessità di politiche più efficaci

Sull’Effort Sharing gli scenari Ispra indicano una riduzione del 30% al 2030 per quello a politiche correnti e -41% con politiche aggiuntive PNIEC.

“Il settore che ci preoccupa sempre e che pesa in modo rilevante sulle emissioni totali è quello assoggettato all’Effort sharing quindi le emissioni dei trasporti, del residenziale, dei rifiuti e dell’industria non assoggettati all’ETS. Sull’Effort sharing è stato assegnato l’obiettivo Ue di ridurre le emissioni del -43.7% rispetto al 2005 e lo dobbiamo fare entro il 2030, ma non basta rispettare questo obiettivo al 2030 si devono rispettare anche le allocazioni di emissioni annuali, i tetti annuali per ogni anno dal 2021 al 2030. La revisione 2023 vede obiettivi assegnati all’Italia particolarmente rigorosi. Il nostro Paese li ha sempre rispettati nel periodo che va dal 2013 al 2020, ma nel 2021, a causa dell’aumento delle emissioni trasporti e di una riduzione contenuta nel settore residenziale, lo sforamento dei tetti c’è stato. Lo abbiamo avuto nel 2021, poi nel 2022 e nel 2023. Devo dire che una visione preliminare del dato 2024 non lascia ben sperare”.

Sono importanti queste emissioni “perché rappresentano la quota prevalente delle emissioni totali, pensate che le emissioni Effort sharing pesano per il 70% del totale”.

Insomma, guardando al futuro “siamo lontani sia rispetto all’obiettivo di riduzione del 43.7% al 2030 ma siamo lontani anche rispetto ai tetti annuali. Questo significa che dobbiamo fare politiche più efficaci per raggiungere l’obiettivo in un settore importante”. Dobbiamo quindi mettere in campo politiche aggiuntive “per una sempre maggiore integrazione delle fonti rinnovabili” che “hanno avuto un ruolo davvero importante”.

Per il settore trasporti è necessario procedere alla riduzione della domanda di mobilità privata” attuando il PNIEC con le politiche di settore, “trovare soluzioni tecnologiche e garantire anche uno shift modale di merci e persone”. Insomma, “servono più investimenti” e “non solo per ridurre le emissioni ma anche per rendere il Paese più competente, mettendo a disposizione studi, dati e parametri per capire come si stanno muovendo le politiche di emissione al fine di scegliere le migliori opportunità”.

Leggi QUI il rapporto Ispra

Rinnovabili •

About Author / Roberto Antonini

Roberto Antonini. Giornalista professionista, segue da molto tempo i temi sulle crisi ambientali, sui modelli di sviluppo industriale e sulle implicazioni trasversali delle politiche energetiche. Da sempre appassionato alle vicende della politica, segue quella italiana tra Camera e Senato come giornalista parlamentare. Il suo approccio ai temi è ad ampio spettro, preferendo sempre l’innovazione all’esistente e il progresso alla conservazione. Fa il giornalista da molti anni, probabilmente non avrebbe potuto fare altro, onora quindi la fortuna di svolgere il lavoro che desiderava da bambino dedicandogli il massimo impegno di cui è capace. Ha avuto grandi maestri ai quali è molto grato e dei cui insegnamenti ancora oggi fa tesoro.