Sotto la minaccia di tariffe e altre sanzioni da parte dell'Amministrazione Trump, rinviato il voto sull'opportunità di imporre tasse alle emissioni delle navi.

Fallito l’accordo sulla tassa globale per l’inquinamento delle navi
L’Amministrazione Trump è riuscita a far deragliare anche la tassa globale sull’inquinamento delle navi. La strategia della Casa Bianca, fatta di intimidazioni e promesse di ritorsioni di vario tipo, ha funzionato. Dopo aver affossato il trattato globale sulla plastica, gli Stati Uniti hanno bloccato anche la votazione dell’accordo ONU sulle emissioni del trasporto marittimo.
Voto accantonato, vince l’Amministrazione Trump
La scorsa settimana si è svolto il vertice dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), agenzia delle Nazioni Unite composta da 176 Paesi. Durante la riunione gli Stati aderenti avrebbero dovuto esprimere il voto definitivo in merito all’adozione di una tariffa globale sulla CO2 causata dal trasporto marittimo. Tuttavia, a seguito delle numerose minacce arrivare ai Paesi favorevoli dal Governo USA, come ritorsioni sui visti, tasse portuali, sanzioni, i rappresentanti dei Governi riuniti a Londra hanno deciso di accantonare la votazione. Era da settimane che il Dipartimento di Stato USA intimava alcuni Membri dell’IMO di non approvare il Net-Zero Framework.
Cosa prevedeva il Net-Zero Framework sull’inquinamento delle navi
Il regolamento avrebbe imposto alle navi cargo di ridurre le proprie emissioni di gas serra a una certa soglia, pena il pagamento di una tassa. Ad aprile 2025 l’IMO aveva raggiunto un accordo preliminare su un pacchetto di regolamenti pensati per limitare le emissioni delle navi più inquinanti. Tali norme introducevano un sistema vincolante valido a livello mondiale, limiti obbligatori alle emissioni delle navi e un meccanismo di prezzo per i gas serra derivati dal settore del trasporto marittimo.
L’accordo dell’IMO era diretto alle navi con una stazza superiore a 5mila tonnellate e prevedeva un sistema di premi e incentivi per favorire l’affidamento a carburanti più puliti. I nuovi requisiti tecnicamente sarebbero entrati in vigore nel 2027 ma la tassa vera e propria sarebbe scattata solo dal 2029.
La fine della transizione verde del trasporto marittimo?
La riunione del comitato ambientale dell’IMO della scorsa settimana è stata fortemente influenzata dal Governo statunitense. “Gli Stati Uniti stanno utilizzando un’ampia gamma di strumenti economici e diplomatici per scoraggiare altri Paesi dal perseguire la transizione verde. Il progetto sembra fallito del tutto, non soltanto posticipato“, hanno commentato ad Axios gli analisti Trevor Sutton ed Evelyne Williams, studiosi del think tank energetico della Columbia University. L’accordo è sicuramente morto, almeno fino a quando ci sarà Trump alla Casa Bianca. A meno che l’iniziativa non rinasca da un’azione multilaterale di alcuni degli attori chiave, questa l’opinione di Williams.
Il voto mancato della scorsa settimana potrebbe non essere quindi la fine degli sforzi per trasformare il settore del trasporto marittimo. L’analista sottolinea il ruolo delle normative UE già in vigore, gli investimenti dell’industria in combustibili sostenibili e la possibilità di costruire navi a doppio combustibile per poter sfruttare il carburante alternativo. Adesso, c’è da capire se l’iniziativa proseguirà e se questo avverrà su un piano globale o soltanto a livello regionale.
“Un mondo più inquinato e pericoloso per persone, fauna e oceano”
Ocean Conservancy, organizzazione no-profit statunitense per la protezione degli oceani, ha dichiarato: “Il fallimento degli stati Membri dell’IMO nel raggiungere l’accordo rappresenta una grave battuta d’arresto per le persone e il pianeta. È vergognoso che l’azione per il clima sia stata ritardata, quando ne vediamo ogni giorno gli effetti devastanti e quando i carburanti per il trasporto marittimo sono stati associati a 250mila morti premature e 6 milioni di casi di asma infantile ogni anno“.
“Sebbene non fosse perfetto, l’accordo avrebbe imposto alle navi di tutto il mondo di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra, favorendo il passaggio globale dai combustibili fossili inquinanti a opzioni a zero emissioni, tra cui lo sfruttamento dell’energia eolica per attraversare l’oceano e l’utilizzo di nuovi carburanti prodotti al 100% da energie rinnovabili. Avrebbe ridotto drasticamente le emissioni di carbonio e salvato vite umane. Un mondo senza questo accordo è un mondo più inquinato e pericoloso per le persone, la fauna selvatica e l’oceano“.












