Rinnovabili • Nanoplastiche nelle bottiglie d'acqua può causare tossicità acuta: meglio quella in rubinetto Rinnovabili • Nanoplastiche nelle bottiglie d'acqua può causare tossicità acuta: meglio quella in rubinetto

Nanoplastiche nelle bottiglie d’acqua, possono causare tossicità acuta

Gli scienziati stimano che chi beve acqua in bottiglia ingerisce fino a 90.000 particelle di plastica in più all'anno rispetto a chi beve solo acqua del rubinetto

Nanoplastiche nelle bottiglie d'acqua può causare tossicità acuta: meglio quella in rubinetto
Immagine creata con IA

Anche una spiaggia paradisiaca quella di Phi Phi in Thailandia – famosa per essere stata usata come sfondo per il film The Beach con Leonardo Di Caprio, non è più incontaminata. Accanto alla sabbia soffice e al mare cristallino si accumulano bottiglie di plastica e altri rifiuti. Parte da questa triste constatazione, il desiderio di Sarah Sajedi, imprenditrice e ricercatrice, che durante una vacanza asiatica è stata “illuminata” da un paesaggio deturpato dai rifiuti.

Ero lì in piedi ad ammirare questa splendida vista sul Mare delle Andamane, poi ho abbassato lo sguardo e sotto i miei piedi c’erano tutti questi pezzi di plastica, la maggior parte dei quali erano bottiglie d’acqua“, racconta Sajedi che ha deciso di approfondire la situazione. Ed infatti, tornata sui libri dell’università ha pubblicato un articolo scientifico sul Journal of Hazardous Materials, prendendo in esame quali sono i rischi per la salute derivanti dalle bottiglie d’acqua monouso in plastica.

Nanoplastiche nelle bottiglie: meglio l’acqua del rubinetto

Compiendo una complessa revisione di oltre 140 articoli scientifici sulle microplastiche che inquinano l’acqua in bottiglia, Sajedi ha evidenziato come noi umani trangugiamo anche una media tra 39.000 e 52.000 particelle di plastica all’anno. E chi beve acqua in bottiglia ne consuma 90.000 in più rispetto a chi sceglie il rubinetto.

Queste plastiche invisibili si sviluppano nelle diverse fasi della vita dell’acqua in bottiglia: produzione, stoccaggio, trasporto e decomposizione delle bottiglie nel corso del loro ciclo di vita.

Acqua nella plastica o plastica nell’acqua?

Poiché sono spesso realizzate in plastica di bassa qualità, rilasciano minuscoli frammenti ogni volta che vengono manipolate ed esposte alla luce solare e alle variazioni di temperatura. E a differenza di altri tipi di particelle di plastica, che entrano nell’organismo umano attraverso la catena alimentare, queste vengono ingerite direttamente dalla fonte.

Secondo la ricercatrice (ma non è la sola a sostenerlo) le conseguenze sulla salute possono essere gravi. Una volta all’interno del corpo, queste piccole particelle di plastica possono oltrepassare i confini biologici, entrare nel flusso sanguigno e raggiungere organi vitali.

Ciò può causare infiammazione cronica, stress ossidativo cellulare, alterazioni ormonali, problemi riproduttivi, danni neurologici e vari tipi di cancro. Tuttavia, gli effetti a lungo termine rimangono poco compresi a causa della mancanza di test diffusi e di metodi standardizzati di misurazione e rilevamento.

L’istruzione è la migliore prevenzione

Nonostante la crescente preoccupazione, sono limitati gli studi focalizzati sulle nanoplastiche nelle bottiglie d’acqua monouso e sulle diverse condizioni di laboratorio in cui dovrebbero essere testate. Inoltre, il numero di campioni testati negli studi esistenti è spesso molto limitato, il che ostacola la capacità di trarre conclusioni definitive.

Tuttavia, nel 2023 e nel 2024 si sono registrati importanti progressi nelle metodologie di rilevamento per quantificare nanoplastiche nelle bottiglie. Alla luce di tutte queste difficoltà, secondo la ricercatrice “l’educazione è l’azione più importante che possiamo intraprendere. Bere acqua da bottiglie di plastica va bene in caso di emergenza, ma non è un’attività che si dovrebbe svolgere nella vita quotidiana. Le persone devono capire che il problema non è la tossicità acuta, ma la tossicità cronica”.

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About Author / Paolo Travisi

Paolo Travisi ha iniziato il suo percorso da giornalista nel 2004, come redattore del network televisivo 7Gold, una palestra professionale incredibile in cui è diventato giornalista professionista, realizzando servizi tv, dalla cronaca alla cultura, e collaborando a programmi e talk condotti da professionisti quali Aldo Biscardi, Alessandro Milan, David Parenzo. In parallelo all'esperienza televisiva, ha iniziato a scrivere per Il Messaggero web, all'epoca guidato da Davide Desario (attuale direttore di Adn Kronos) e poi a scrivere di scienza, tecnologia e cultura anche per l'edizione cartacea. La passione per la scrittura e la scienza, lo ha portato a collaborare con la “storica” rubrica TuttoScienze de La Stampa, con interviste a scienziati italiani ed internazionali. Dalla scienza alla sostenibilità, con la collaborazione con Green&Blue di Repubblica. Per Rinnovabili scrive quotidianamente e con grande entusiasmo di mobilità elettrica, realizza test drive delle auto e video per le pagine social.