Rinnovabili • Rifiuti domestici in Italia: riciclo ok ma produzione in aumento Rinnovabili • Rifiuti domestici in Italia: riciclo ok ma produzione in aumento

Rifiuti domestici in Italia: migliora il tasso di riciclo, ma la produzione resta alta

L’Italia continua a fare progressi sul fronte del riciclo, ma la quantità di rifiuti domestici prodotti rimane elevata e strettamente connessa all’andamento economico. Il nuovo rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente fotografa luci e ombre della gestione dei rifiuti nel Belpaese

Rifiuti domestici in Italia: riciclo ok ma produzione in aumento
via depositphotos.com

Promossi sul fronte del riciclo ma non su quello della riduzione dei volumi complessivi. I rifiuti domestici in Italia sono ancora troppi, e persino in aumento. Anche se il Belpaese va meglio della media dell’Unione Europea, restano diverse criticità da affrontare. A partire dai volumi avviati a discarica.

È il giudizio dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), che ha da poco pubblicato un rapporto sullo stato dei rifiuti domestici in Italia. Con dati riferiti al 2022 e previsioni su quelli 2025.

Rifiuti domestici in Italia: i numeri chiave

Nel 2022, ogni cittadino italiano ha generato in media 486 kg di rifiuti urbani, un dato leggermente inferiore alla media UE (513 kg/ab). Ma se guardiamo all’insieme dei rifiuti prodotti nel paese, i numeri raccontano una storia diversa: la quantità complessiva è in aumento, soprattutto per effetto dei rifiuti provenienti dal settore edile, mentre PIL e popolazione restano stabili.

Questo significa che non si sta verificando quel “disaccoppiamento” tra crescita economica e produzione di rifiuti che rappresenta uno degli obiettivi centrali della transizione ecologica.

La tabella riepilogativa qui sotto dà una panoramica dei dati sui rifiuti in Italia e della tendenza in atto:

IndicatoreValore Italia 2022Media UE-27 2022Trend 2010–2022
Produzione rifiuti domestici486 kg/ab513 kg/abLeggera diminuzione
Tasso di riciclo rifiuti domestici53%49%+22 punti percentuali
Tasso di discarica rifiuti domestici18%-28 punti percentuali
Tasso incenerimento19%Stabile
Produzione imballaggi pro capite232 kg/ab186 kg/abIn aumento
Tasso riciclo imballaggi71%In aumento (soprattutto plastica)

I progressi dell’Italia nella gestione dei rifiuti

Negli ultimi anni, riconosce l’EEA, l’Italia ha saputo migliorare significativamente il proprio sistema di gestione dei rifiuti urbani. Soprattutto in termini di raccolta differenziata e riciclo. Un segnale incoraggiante arriva dal tasso di riciclo dei rifiuti domestici, che nel 2022 ha raggiunto il 53%, in netto aumento rispetto al 31% del 2010. Un dato che avvicina il nostro paese all’obiettivo europeo del 55% da raggiungere entro il 2025. L’Agenzia prevede che l’Italia ce la farà.

È importante notare, tuttavia, che secondo i nuovi metodi di calcolo stabiliti a livello UE, il valore reale potrebbe essere leggermente inferiore — tra l’1% e il 5% in meno — ma resta comunque un risultato positivo.

Anche il ricorso alla discarica si è drasticamente ridotto: in dodici anni è passato dal 46% al 18%, a dimostrazione che il riciclo sta diventando una via preferenziale per lo smaltimento dei rifiuti. Al contrario, l’incenerimento è rimasto stabile intorno al 19%, senza registrare variazioni significative.

Sul fronte degli imballaggi, l’Italia conferma la sua buona performance: nel 2022 ne ha riciclato il 71%, ben oltre il target del 65% previsto per il 2025. Carta, cartone e vetro si confermano i materiali più facilmente riciclati, ma il dato forse più interessante è l’aumento del riciclo della plastica, tradizionalmente più difficile da gestire.

Infine, sul piano normativo, la recente approvazione del Piano Nazionale dei Rifiuti e della Strategia per l’Economia Circolare segna un cambio di passo importante. Iniziative come i “vuoti a rendere” per il vetro e l’introduzione di criteri ambientali minimi nei bandi pubblici aiutano a consolidare una nuova cultura del riuso e della riduzione degli sprechi.

Le criticità: produzione troppo alta e tasse troppo basse

Nonostante questi segnali positivi, restano diversi ambiti in cui l’Italia fatica a compiere passi avanti decisivi. In primo luogo, la produzione di rifiuti resta elevata, soprattutto per quanto riguarda gli imballaggi, che nel 2022 hanno toccato quota 232 kg per abitante, ben al di sopra della media UE (186 kg). Ciò indica che i miglioramenti in fase di trattamento non sono ancora accompagnati da una vera strategia di prevenzione.

Un altro nodo irrisolto è la persistenza della discarica come opzione ancora troppo utilizzata. Anche se il ricorso è diminuito, servirà uno sforzo ulteriore per ridurre l’uso delle discariche di altri 8 punti percentuali e raggiungere l’obiettivo europeo del 10% entro il 2035. A frenare questo percorso c’è una leva economica poco efficace: la tassa sulla discarica è tra le più basse d’Europa, con un tetto massimo di 25,82 euro la tonnellata, contro una media UE compresa tra 39 e 46 euro.

Ancora: la mancata armonizzazione fiscale tra regioni e l’assenza di un meccanismo automatico di incremento della tassa sono un ostacolo in più. In modo analogo, la tassa sull’incenerimento — appena 5,16 euro per tonnellata — è tra le più contenute in Europa.

Infine, conclude l’EEA, persistono forti disuguaglianze territoriali nella qualità della raccolta differenziata: solo il 14% della popolazione è servita da sistemi “pay-as-you-throw”, mentre la maggioranza paga ancora secondo criteri generici legati alla metratura dell’abitazione e al numero di residenti. Metodi meno efficienti per incentivare la riduzione della produzione di rifiuti.

About Author / La Redazione