Il legume rimpiazza il costoso platino in un ibrido metallico-organico
L’obiettivo finale del gruppo di ricerca è quello di trovare il modo di utilizzare l’energia solare, direttamente o tramite energia elettrica generata da celle fotovoltaiche, per convertire i prodotti finali della combustione di idrocarburi, acqua e anidride carbonica, di un nuovo combustibile a base di carbonio. “Con la scissione delle molecole d’acqua in ossigeno e idrogeno, quest’ultimo può essere rigenerato come un gas e usato direttamente come carburante”, spiegano gli scienziati. “Abbiamo cercato di fabbricare un catalizzatore commercialmente valido da materiali abbondanti per poterlo applicare all’elettrolisi dell’acqua, e il risultato è davvero eccellente”. Prima di arrivare all’impiego della soia il team ha testato un’ampia varietà di fonti di biomassa, dalle foglie agli steli, passando per fiori e semi e concentrandosi su quelli con elevato contenuto proteico, perché gli amminoacidi che compongono le proteine sono una ricca fonte di azoto, elemento in grado di proteggere dalla corrosione acida che si verifica a livello della membrana a scambio protonico durante l’elettrolisi. Gli scienziati hanno anche testato il catalizzatore MoSoy (Molibdeno-soia) ancorato su fogli di grafene, un approccio che si è dimostrato efficace per migliorare le prestazioni del catalizzatore nei dispositivi elettrochimici, quali batterie, supercondensatori e celle a combustibile.