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In arrivo l’etichettatura per il cemento sostenibile

L'associazione europea del cemento Cembureau ha proposto un'etichettatura univoca per misurare l'intensità di carbonio dei prodotti cementizi coerente con gli obiettivi della Direttiva Case Green e del Clean Industrial Deal

Etichettatura cemento
Immagine creata con IA

La produzione di cemento è responsabile dell’8% delle emissioni globali. Questo dato colloca il materiale ai primi posti della lista di prodotti edili da decarbonizzare con urgenza. 

Il processo per arrivare a commercializzare un prodotto green passa inevitabilmente dalla creazione di una specifica etichettatura per il cemento green, uno standard univoco a livello europeo che favorisca la diffusione di prodotti cementizi sostenibili nel mercato comunitario.

La Cembureau, l’associazione europea del cemento, ha provato a mettere nero su bianco il sistema di etichettatura per il cemento a basse emissioni di carbonio; uno strumento che permetterebbe di misurare l’intensità di carbonio dei prodotti inserendosi negli obiettivi del Clean Industrial Deal.

L’etichettatura sarebbe volontaria e verrà molto probabilmente introdotto entro la fine dell’anno, nell’ambito del Regolamento sui Prodotti da Costruzione (CPR) i cui dettagli sono inseriti nell’Industrial Decarbonisation Accelerator Act, al momento in fase di consultazione pubblica.

Entro i prossimi anni sarà obbligatorio diffondere il GWP 

La sfida è univoca: garantire un sistema di etichettatura del cemento a basse emissioni che definisca e differenzi chiaramente i prodotti industriali in base all’intensità di carbonio, garantendo allo stesso tempo ai produttori l’accesso a incentivi basati su obiettivi specifici.

L’obiettivo si affianca a due obblighi europei di prossima attuazione: 

  • il Construction Products Regulation, Regolamento sui Prodotti da Costruzione  (CPR), che renderà obbligatorio inserire il GWP (Potenziale di Riscaldamento Globale) nella dichiarazione di Conformità per ottenere la marcatura CE;
  • gli obiettivi della Direttiva EPBD IV sulla Prestazione Energetica negli Edifici (Case Green), che chiede agli Stati Membri di limitare i valori del GWP nell’intero ciclo di vita dei nuovi edifici (>1000 m² dal 2028, tutti dal 2030).

Come sarà l’etichettatura del cemento 

La proposta delle Cembureau vuole ridurre quei 1,47 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno emessi durante la produzione del materiale, introducendo un sistema di etichettatura del cemento a due livelli:

  • un primo livello Europeo, attraverso il quale la Commissione stabilirà gli obblighi ed i limiti di GWP per ciascun prodotto;
  • un livello nazionale, nel quale ciascuno Stato adotterà uno schema volontario di etichettatura usando una classificazione specifica sviluppata e proposta proprio dalla Cembureau.

La classificazione immaginata dall’Associazione si basa sugli standard dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA). Il sistema permetterebbe di creare un mercato unico per la libera circolazione dei prodotti e l’adozione di etichette nazionali per gli appalti sia privati che pubblici e per gli eventuali incentivi fiscali. Sarebbe flessibile, per adattarsi ai diversi contesti nazionali tenendo conto di fattori locali chiave quali: la disponibilità di materie prime alternative, l’accesso a materiali cementizi supplementari (SCM) o l’uso di biomassa e combustibili derivati ​​da rifiuti.

L’etichettatura del cemento proposto dalla Cembureau prevede:

  • Classi dalla A alla E;
  • una Classe “near zero” per cementi <100 kg CO₂/tonnellata;
  • una Classe E per i cementi che non sono considerati a basso contenuto di carbonio.

Come sottolinea l’Associazione, una classificazione simile è già stata adottata dalla Germania che, attraverso l’Associazione dei Cementieri Tedeschi (VDZ), ha creato uno schema che permette di identificare i prodotti da costruzione più rispettosi del clima. 

Di seguito l’etichettatura del cemento della VDZ tedesca.

Scarica QUI la proposta dell’etichettuatura industriale delle Cembureau

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.