Rinnovabili • ponte per Baltimora

Sarà smart e green il nuovo ponte di Baltimora proposto da Carlo Ratti e Webuild

Predittivo, adattabile, sostenibile e sicuro, sono le parole chiave del progetto di ricostruzione del Ponte di Baltimora presentato da Carlo ratti e Webuild

credits Webuild progetto Carlo Ratti

La società Webuild è leader del consorzio che costruirà il Ponte sullo Stretto di Messina

Con un progetto pro bono firmato da Carlo Ratti Associati CRA, la società di costruzioni Webuild si è fatta avanti per la ricostruzione del Francis Scott Key Bridge, il ponte di Baltimora nel Maryland crollato lo scorso 26 marzo in seguito ad un incidente. 

La proposta immagina una struttura efficiente e sicura, capace di adattarsi nel tempo al mutare delle esigenze e dotata di tutte le componenti necessarie per catalogarlo come un innovativo Ponte “smart”.

Perchè scegliere un pinte strallato 

Il crollo del ponte di Baltimora ha avuto un impatto importante sul traffico della zona, essendo un punto nevralgico per il collegamento tra il porto della città e l’Oceano Atlantico. Il progetto immaginato da Carlo Ratti Associati ha un design strallato per migliorare la sicurezza, l’adattabilità e la sostenibilità. La collaborazione dell’ingegnere Michel Virlogeux, metterà a disposizione tutta l’esperienza maturata dal tecnico nelle sue realizzazioni precedenti come il Ponte Vasco de Gama a Lisbona o come il Millau Viaduc in Francia, il ponte ponte più alto al mondo.  La campata sarà aumentata ad una luce di 700 metri, mentre il franco navigabile, lo spazio che una nave può occupare per passare sotto al ponte, sarà di 65 metri. Il posizionamento dei piloni in acque molto più basse li allontanerà dal canale di navigazione, impedendo che un evento come quello di marzo si verifichi nuovamente.

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Smart e predittivo

Basandosi sulla ricerca del progetto “Good Vibrations” del MIT Senseable City Lab di Carlo Ratti, il progetto del Ponte di Baltimora include funzionalità intelligenti per consentire la gestione sicura del traffico, e garantire tecniche di manutenzione predittiva. La scelta di un design strallato riduce al minimo il carbonio incorporato, migliorando l’uso dei materiali. Il progetto include i pannelli fotovoltaici per aumentare l’efficienza ed elimina la necessità di creare isole artificiali per i piloni, preservando l’ecosistema del fiume. 

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.