Rinnovabili • Obiettivi ESG e compensi CEO: già una realtà per 8 aziende su 10 Rinnovabili • Obiettivi ESG e compensi CEO: già una realtà per 8 aziende su 10

L’Europa lega i compensi dei CEO agli obiettivi ESG 2 volte più degli USA

L’Europa guida l’integrazione della sostenibilità nei compensi dei top manager: lo fa l’81% delle aziende del Vecchio Continente. Gli USA si fermano al 44%

Obiettivi ESG e compensi CEO: già una realtà per 8 aziende su 10
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Il 78% delle grandi aziende globali ha già integrato criteri di sostenibilità nei pacchetti retributivi dei membri del consiglio di amministrazione. Connettere obiettivi ESG e compensi dei CEO è un elemento chiave della governance d’impresa e fa da traino alla trasformazione complessiva dell’orientamento delle imprese in favore di più attenzione alle tematiche di sostenibilità.

Lo riporta un rapporto di KPMG pubblicato di recente, che ha analizzato la performance di 375 aziende in 15 paesi.

Non tutte le regioni del mondo, però, si muovono alla stessa velocità. L’Europa si conferma pioniera nell’allineamento tra obiettivi ESG e compensi dei CEO. Mentre gli Stati Uniti mostrano un ritardo importante nel legare performance sostenibili e incentivi economici, sia in termini quantitativi che qualitativi.

Obiettivi ESG e compensi CEO, i dati di KPMG

Il rapporto di KPMG mostra che la maggior parte delle aziende analizzate — tra cui colossi di settori come energia, finanza, tecnologia e beni di consumo — ha adottato forme di retribuzione variabile legate al raggiungimento di target ESG. In particolare:

  • Il 78% delle aziende considera la sostenibilità nella definizione dei compensi dei dirigenti.
  • Tra quelle che specificano i target ESG, l’88% li allinea a tematiche materialmente rilevanti per il proprio business.
  • I temi ESG più frequentemente utilizzati nei sistemi incentivanti riguardano il cambiamento climatico (riduzione delle emissioni di gas serra) e la forza lavoro interna (engagement, diversity, tasso di infortuni).

Dal punto di vista temporale, il 37% delle aziende utilizza obiettivi ESG sia nel breve che nel lungo periodo, mentre il 40% li considera solo nel breve termine e il 23% esclusivamente sul lungo termine.

Europa – Stati Uniti: il divario si allarga

La geografia dei dati riflette chiaramente un’Europa molto più avanti degli Stati Uniti. In media, l’81% delle aziende europee lega la retribuzione dei dirigenti a obiettivi di sostenibilità, rispetto al solo 44% delle statunitensi. Francia, Germania e Regno Unito spiccano con 24 o 25 aziende su 25 che adottano questo approccio, mentre gli USA arrivano ultimi tra i paesi analizzati.

Non è solo una questione di presenza o assenza di target: le aziende europee tendono a collegare gli incentivi a obiettivi di lungo periodo (come in Italia e Francia), mentre negli Stati Uniti si prediligono target di breve periodo, con ben 10 su 11 aziende americane che non adottano obiettivi ESG a lungo termine.

Anche la coerenza tra i target retributivi e le priorità ESG del business appare più solida in Europa: oltre l’85% delle aziende europee mostra un allineamento completo o parziale con i temi materiali, rispetto al 60% degli Stati Uniti.

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