La Germania è pronta a stanziare 3 miliardi di euro per sostenere la transizione verso le auto elettriche, mentre spinge su Bruxelles per fermare lo stop alle termiche fissato per il 2035

In Germania 50mila lavoratori hanno già perso il lavoro per la crisi dell’industria automotive. Motivo per cui il cancelliere Merz ha dichiarato “guerra” allo stop dei motori termici imposto da Bruxelles per il 2035.
Dal Dopoguerra il paese ha sviluppato la produzione di automobili, diventando l’industria più fiorente d’Europa. Tuttavia negli anni, l’export verso la Cina si è ridotto in modo massiccio. E la Repubblica popolare è ormai diventata leader tecnologico nelle auto elettriche, mentre la crisi auto in Germania dilaga.
Più auto cinesi che europee
Secondo uno studio di PwC, nel 2025 per la prima volta potrebbero arrivare sul mercato europeo più auto cinesi che europee in Cina. Il problema sono anche i dazi di Trump. L’America, infatti, fungeva da camera di compensazione alla diminuzione dell’export cinese. I grandi produttori di automobili Bmw, Mercedes, Volkswagen, Opel, Porsche, Audi soffrono di un calo significativo delle vendite. Solo Bmw è riuscita a fermare recentemente la sua discesa nelle vendite.
Crisi auto Germania: revocare divieto UE
Ed ora che la crisi morde i posti di lavoro, ed il 2035 si avvicina, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha detto che farà “di tutto” per revocare il divieto di vendita di auto a benzina o diesel nell’Unione Europea. “Non ci deve essere una brusca interruzione nel 2035“, ha detto al termine di un incontro con rappresentanti del governo, dell’industria e dei sindacati che si è protratto fino a notte fonde. “Abbiamo bisogno di flessibilità”.
Crisi auto Germania, incentivi per l’elettrico
La risposta da mettere sul piatto sono i soldi. Tre miliardi di euro entro il 2029 per promuovere la transizione all’elettrico presso i nuclei familiari a basso reddito in Germania, paese, che tra l’altro ha le percentuali più alte di BEV. Sono 1,7 milioni quelle in circolazione in Germania, cui si aggiungono 3,7 milioni di ibride, su un totale di circa 49 milioni di vetture.
“Una cesura così netta nel 2035 non ci può essere. Farò di tutto per raggiungere questo obiettivo”, sono le parole del Cancelliere Merz. D’altronde la Germania è il Paese europeo, insieme all’Italia, che ha fatto maggiori pressioni a Bruxelles per cambiare le regole comunitarie. Mentre Bruxelles stessa sta puntando sull’e-car.
Insomma Berlino sembra intenzionato a spingere la Commissione ad accettare almeno delle eccezioni al divieto delle auto che emettono CO2. Secondo Merz “entro il 2035 potremo raggiungere solo circa il 50% di penetrazione del mercato con la mobilità elettrica nel settore delle autovetture“.
Non solo Germania, ma tutti i produttori europei
Anche i produttori europei di auto, che sono all’interno dell’ACEA hanno presentato delle proposte alla Commissione europea, per rivedere gli obiettivi entro la fine dell’anno. Secondo l’Associazione, ridurre del 100% le emissioni di CO2 delle nuove auto e dei nuovi furgoni entro il 2035, non è più fattibile. I veicoli elettrici hanno una quota di mercato pari a circa il 15,8% delle nuove autovetture dell’UE, mentre i furgoni sono all’8,5% e i camion al 3,6%.
Per le automobili, l’ACEA propone che il rispetto degli obiettivi del 2030 si basi sulla media del quinquennio 2028-2032, che ai piccoli veicoli elettrici venga assegnato un super credito per il raggiungimento degli obiettivi e che i veicoli ibridi plug-in e i veicoli con autonomia estesa svolgano un ruolo maggiore. Per ACEA consentire flessibilità non rallenterebbe la trasformazione, ma garantirebbe la sicurezza economica del blocco.












