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Transizione dell’industria energivora europea, la strategia del PE

Tra gli ostacoli principali individuati, prezzi dell'energia alti e volatili, oneri normativi e complessità dei meccanismi di finanziamento

Industria energivora: dal PE la strategia per la transizione
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Rafforzare la competitività, ridurre i costi energetici, accelerare la decarbonizzazione. Assicurando al contempo autonomia strategica e salvaguardia dell’occupazione. Sono gli obiettivi della strategia approvata dal Parlamento Europeo per sostenere la transizione verso processi industriali puliti dell’industria energivora del continente.

Industria energivora, come navigare la transizione

Le industrie ad alta intensità di emissioni di gas serra stanno attraversando una congiuntura particolarmente delicata. Da un lato gli obiettivi di decarbonizzazione fissati da Bruxelles, che sono sfidanti. Dall’altro la crisi di molti settori hard-to-abate tra altalena dei prezzi dell’energia, tensioni geopolitiche e – più di recente – la scure dei dazi.

Allo stesso tempo, settori come chimica, acciaio, carta, cemento e vetro rivestono un ruolo centrale per assicurare all’Europa l’agognata autonomia strategica e una minor esposizione alle turbolenze delle supply chain globali.

È da questo sfondo che prende le mosse la strategia per supportare l’industria energivora votata il 3 aprile dal Parlamento UE.

La roadmap parte dall’analisi dei principali ostacoli alla transizione, specifici per questi settori. Si va dai prezzi energetici elevati rispetto a concorrenti globali alla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili. Sul versante normativo, pesa il mancato completamento dell’Unione energetica e si scontano i ritardi nell’attuazione della riforma del mercato elettrico.

E ancora: un ulteriore fardello è costituito dagli oneri normativi e dalla complessità dei meccanismi di finanziamento, che colpiscono soprattutto le PMI. Ci sono poi delle disfunzioni nell’ETS (Emissions Trading System, il mercato del carbonio europeo) dovute a disparità nell’uso delle entrate da parte degli Stati membri. E infine un accesso limitato a materie prime critiche e secondarie.

Per facilitare il percorso di transizione verso un’industria pulita, nel solco indicato dal recente Clean Industrial Deal proposto dalla Commissione UE, l’Europarlamento individua questi capisaldi e azioni prioritarie:

  • Accelerare le autorizzazioni per progetti di energia pulita.
  • Attuare la riforma del mercato elettrico per disaccoppiare i prezzi dell’elettricità da quelli dei combustibili fossili.
  • Investire nelle infrastrutture di rete elettrica per migliorare l’integrazione del sistema.
  • Semplificare le regole e facilitare l’accesso alle materie prime critiche, per attrarre investimenti privati.
  • Analizzare il funzionamento dei mercati elettrici a breve termine già nel 2025 per valutare alternative di design di mercato.
  • Applicare in modo efficace il CBAM (Meccanismo di Aggiustamento del Carbonio alle Frontiere) contro la concorrenza sleale.
  • Creare mercati guida per prodotti europei a basse emissioni.
  • Sostenere i lavoratori e le regioni più esposte agli effetti della transizione.

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