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Undici Paesi chiedono all’Ue di rinviare ancora la legge sulla deforestazione

Tra i firmatari del documento ci sarebbe anche l'Italia, insieme a Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Portogallo, Lettonia, Romania e Slovienia.

Legge europea sulla deforestazione: chiesto un altro rinvio
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di Erminia Voccia

Un gruppo di 11 Paesi chiedono all’Unione Europea di rivedere e ammorbidire le norme previste dalla legge europea sulla deforestazione e di rimandare ancora una volta l’applicazione della normativa, riferisce Reuters.

La legge sulla deforestazione, la prima al mondo di questo tipo, ha l’obiettivo di fermare il 10% della deforestazione causata dal consumo europeo di alimenti importati come soia, carne di manzo, olio di palma e altri prodotti. La norma, però, sta incontrando un’opposizione crescente da parte di alcuni Paesi membri.

La settimana scorsa la Commissione europea aveva pubblicato un’analisi comparativa utile a classificare i Paesi esportatori in base al rischio di deforestazione, in vista dell’entrata in vigore della legge prevista per fine 2025 e metà 2026. 

Sulla base di questa classifica, soltanto i prodotti in arrivo da 4 Paesi (Bielorussia, Russia, Corea del Nord e Myanmar), già coperti da sanzioni e considerati ad alto rischio, dovrebbero rispettare gli obblighi più stringenti. Brasile e Indonesia, grandi Paesi produttori ed esportatori, sono stati risparmiati dalle regole più severe. Stati Uniti, ad esempio, figurano tra i Paesi a basso rischio, per cui alle aziende statunitensi verrebbe chiesto di raccogliere informazioni sulle catene di approvvigionamento ma non di affrontare direttamente il rischio di deforestazione.

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Un altro rinvio della legge europea sulla deforestazione

Ora 11 Paesi, capeggiati da Austria e Lussemburgo, avrebbero chiesto all’Unione di semplificare ancora le norme e rimandare di nuovo l’entrata in vigore della legge. Tra i firmatari del documento ci sarebbe anche l’Italia, insieme a Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Portogallo, Lettonia, Romania e Slovenia. Tali governi avrebbero proposto alla Commissione di inserire una nuova categoria di Paesi a bassissimo rischio, per i quali non sarebbe richiesta l’origine dei prodotti.

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A partire da dicembre 2025, l’Unione richiederà alle aziende esportatrici o che immettono nel mercato soia, carne di manzo, olio di palma, cacao, caffè e altri prodotti a rischio deforestazione, di fornire dichiarazioni di due diligence a dimostrazione della sostenibilità di tali beni. Le aziende in difetto dovranno pagare fino al 4% del loro giro d’affari.

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