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Cosa cambierà dopo le sentenze del TAR Lazio sul DM Aree idonee e DL Agricoltura?

Il Tribunale Amministrativo Regionale annulla parzialmente il D.M. “Aree Idonee” e rinvia alla Consulta il D.L. “Agricoltura” e la Legge Sarda.

Cosa cambierà dopo le sentenze del TAR Lazio sul DM Aree idonee e DL Agricoltura?

di Rosa Ciamillo – Rödl & Partner

Le recenti sentenze del TAR Lazio hanno introdotto significative novità nel quadro normativo italiano relativo agli impianti a fonti rinnovabili, con impatti rilevanti sul Decreto Aree Idonee, il DL Agricoltura e la Legge Regionale Sardegna n. 20/2024. 

Queste decisioni hanno sollevato questioni di legittimità costituzionale e hanno evidenziato la necessità di criteri chiari e omogenei per la regolamentazione delle aree idonee e non idonee per gli impianti FER. Di seguito, un’analisi delle principali novità introdotte dalle sentenze.

La sentenza del TAR Lazio sul Decreto Aree Idonee

Con riguardo al D.M. “Aree Idonee” il TAR Lazio con la sentenza n. 9155/2025 ha principalmente accolto tre profili di illegittimità del Decreto.

1. Eccesso di Delega e Difetto di Omogeneità

  • Eccesso di Delega: Il TAR ha rilevato che il Decreto conferiva alle Regioni poteri regolatori non previsti dalla legge delega. In particolare, l’art. 7, comma 3, permetteva alle Regioni di stabilire fasce di rispetto fino a 7 km dai beni tutelati, un vincolo ritenuto sproporzionato e non giustificato da motivazioni ambientali concrete.
  • Difetto di Omogeneità: La mancanza di principi fondamentali e criteri omogenei per guidare le Regioni ha portato a una disparità nell’applicazione della normativa tra le diverse Regioni, violando il principio di omogeneità.

2. Assenza di Normativa Transitoria

  • Normativa Transitoria Assente: Il Decreto non prevedeva misure di salvaguardia per i procedimenti autorizzativi in corso, lasciando in sospeso molte iniziative già avviate. Questo ha creato incertezza e potenziali danni agli investimenti già effettuati.

3. Fasce di Rispetto Sproporzionate

  • Fasce di Rispetto: La previsione di fasce di rispetto fino a 7 km è stata considerata sproporzionata. Il TAR ha ritenuto che tale misura non fosse giustificata da motivazioni ambientali e paesaggistiche concrete ed adeguate, impedendo in modo aprioristico e vincolante la realizzazione di impianti FER.

Il TAR ha pertanto disposto l’obbligo, per le amministrazioni ministeriali resistenti, di rieditare i criteri per la individuazione delle aree idonee e non idonee alla installazione di impianti a fonti rinnovabili entro il termine di 60 giorni dalla notifica della presente sentenza.

La sentenza sul Decreto Legge Agricoltura

Tra le diverse sentenze ed ordinanza pubblicate, il TAR Lazio ha anche accolto le questioni di legittimità costituzionale con riferimento all’art. 20 comma 1-bis del D.lgs. 199/2021 come introdotto dall’art. 5 del D.L. n. 63/2024 (c.d. D.L. Agricoltura), norma che si ricorda ha precluso su tutto il territorio nazionale l’installazione di impianti fotovoltaici collocati a terra in zone classificate agricole.

A giudizio del TAR, l’imposizione di un divieto generalizzato appare irragionevole e sproporzionato e contrasterebbe con i principi costituzionali di ragionevolezza e proporzionalità dell’art. 41 Cost. nonché con il principio di integrazione delle politiche previsto dall’art. 11 del Trattato sul funzionamento dell’Ue., con l’art. 9 Cost. che tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi “anche nell’interesse delle future generazioni” e con i principi comunitari di massima diffusione degli impianti FER.

Il TAR ha pertanto dichiarato non manifestatamente infondate le questioni di costituzionalità sospendendo il giudizio e trasmettendo gli atti alla Corte Costituzionale per il controllo incidentale.

Focus sulla legge sarda Aree Idonee

Il TAR Lazio con ordinanza n. 9168 del 13.5.2025 ha poi ribadito un principio fondamentale stabilendo che il carattere di non idoneità di un’area non precluda in radice la realizzazione di impianti FER e ha ritenuto pertanto che detta interpretazione risulti invece smentita dal tenore dispositivo della legge della Regione Autonoma della Sardegna n. 20/2024, per la quale le aree non idonee costituiscono vere e proprie aree vietate alla realizzazione di tali impianti.

Il TAR ha dunque rimesso al giudizio della Corte Costituzionale la legge sarda che violerebbe questo principio.

Le decisioni del TAR impongono ora un intervento legislativo e regolamentare per adeguare le normative esistenti ai principi stabiliti dalle sentenze.

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica dovrà introdurre criteri tecnici oggettivi e specifici per la tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio culturale, garantendo una maggiore uniformità e proporzionalità nelle misure di tutela.

La Corte Costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi sulle questioni di legittimità sollevate, fornendo indicazioni che potranno influenzare significativamente il futuro della regolamentazione delle energie rinnovabili in Italia.

Queste sentenze rappresentano un’opportunità per migliorare il quadro normativo italiano, bilanciando le esigenze di tutela ambientale con quelle di sviluppo sostenibile, e creando un contesto più favorevole per gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili.