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Target CO2 Automotive: il Parlamento UE approva la flessibilità

Al pari del Consiglio UE, anche Strasburgo approva il meccanismo di media triennale per la conformità alle emissioni di autovetture e furgoni.

Target CO₂ Automotive: il Parlamento UE approva la flessibilità
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Via libera alla modifica del regolamento UE che stabilisce i target CO₂ per l’automotive. Attraverso una procedura d’urgenza, l’Europarlamento ha approvato stamane la misura di flessibilità suggerita dalla Commissione europea.

Con 458 voti a favore, 101 contrari e 14 astensioni, passa quindi la prima e importante concessione fatta ai costruttori auto per alleggerire la normativa di settore. Una concessione non necessaria, come sottolinea l’organizzazione ambientalista Transport & Environment (T&E), ma che è il frutto di mesi di pressioni da parte del comparto industriale europeo.

In realtà, l’iter per rendere tale misura effettiva non è ancora terminato. Per l’entrata in vigore è necessaria l’approvazione formale del Consiglio dell’Unione, che tuttavia ha già adottato il testo il 7 maggio 2025.

Target CO₂ Automotive, il meccanismo di flessibilità

Ma quali effetti avrà tale modifica sui target CO₂ per l’automotive? E perché tale misura è così divisiva? Per capirlo, bisogna risalire alle norme originarie. La questione ruota attorno al Regolamento UE 2019/631 del 17 aprile 2019, che ha definito i livelli di prestazione in materia di emissioni di CO₂ delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri nuovi.

Il provvedimento ha imposto obiettivi specifici di riduzione per i costruttori nel breve termine: meno 15% l’anno per il periodo 2025-2029. Ogni anno, la Commissione europea dovrebbe stabilire la media delle emissioni di CO₂ e l’obiettivo per le emissioni specifiche di CO₂ per ciascuna casa auto, al fine di valutarne le prestazioni nel raggiungere i target. Prevedendo multe di 95 euro per g di CO₂/km per tutti i produttori che dovessero sforare l’obiettivo annuale.

Ma tra crisi del mercato auto e fluttuazioni della domanda, l’automotive europeo ha fatto di tutto perché l’UE riconsiderasse i vincoli normativi (e non solo quelli riguardanti i target di CO₂ dei nuovi veicoli).

Desiderio in parte esaudito quando, ad aprile di quest’anno, la Commissione europea, presentando il suo piano salva industria auto, ha proposto una modifica di flessibilità. Modifica che consente ora di valutare il rispetto dei target CO₂ del 2025, 2026 e 2027 sull’intero triennio, vale a dire, calcolando la media delle loro prestazioni triennali anziché quelle annuali. L’approccio permette ai costruttori di bilanciare eventuali emissioni annue in eccesso superando l’obiettivo negli anni successivi. Qui il testo approvato.

Le reazioni

L’approvazione da parte del Parlamento UE è stata accolta con soddisfazione dall’industria auto, che, però, oggi chiede interventi più strutturati. “L’introduzione di un meccanismo di media triennale è un passo nella giusta direzione, che riconosce le complessità e le difficoltà persistenti del mercato automobilistico, con una lenta adozione da parte del mercato e la mancanza di una catena del valore interna per le batterie”, ha dichiarato Sigrid de Vries, Direttore Generale di ACEA.

“Sebbene ciò offra una certa flessibilità necessaria ai produttori nel breve termine, abbiamo bisogno di una strategia di decarbonizzazione a lungo termine che includa più stazioni di ricarica, incentivi all’acquisto e fiscali, prezzi dell’energia più equi, mantenendo al contempo il settore una potenza competitiva e garantendo l’autonomia strategica dell’UE sulle tecnologie critiche. Non vediamo l’ora – ha concluso de Vries – di discuterne durante il prossimo Dialogo Strategico con la Commissione Europea”.

Di parere opposto Transport & Environment (T&E), secondo cui questa modifica avrà l’effetto di rallentare il passaggio alla mobilità elettrica e di creare incertezze sugli investimenti nella produzione europea. “È ironico che Bruxelles stia ritardando gli obiettivi sulle emissioni per l’industria automobilistica proprio mentre le vendite di veicoli elettrici aumentano”, ha spiegato Lucien Mathieu, Direttore del settore auto di T&E.

“Il boom è dovuto ai nuovi modelli economicamente più accessibili, che i produttori hanno lanciato proprio per rispettare l’obiettivo climatico iniziale dell’UE. Questo rinvio darà all’industria l’opportunità di frenare l’espansione dei veicoli elettrici e ridurre gli investimenti”.

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