Al via la riforma del Testo Unico Edilizia dopo il Salva casa. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti procede con la revisione del DPR n.380/2001 nell'ottica della semplificazione

Il via libera da parte della Conferenza Unificata alla modulistica ha segnato il momento di svolta del Testo Unico Edilizia dopo il Salva Casa. Un piccolissimo tassello nella maxi riforma che di fatto avrebbe bisogno il TUE, chiesta a gran voce dagli operatori.
Entro il prossimo 23 maggio i Comuni dovranno aggiornare la propria modulistica su SCIA, CILAS e PdC per adeguarla alle Linee Guida del MIT sul Salva Casa.
Come cambia il TUE dopo il Salva Casa: Mit al lavoro
La riorganizzazione dei titoli edilizi necessari per completare le richieste di sanatoria prevista dal Salva Casa (L. n.105/2024), entra così nell’agenda dei prossimi interventi avviati dal MIT nell’ottica della Revisione del Testo Unico Edilizia. A rivelarlo è stata la capo ufficio legislativo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Elena Griglio, in occasione del webinar tenuto da ANCI sull’aggiornamento della modulistica prevista per la sanatoria.
Parallelamente il tavolo di lavoro si occuperà di semplificare il rapporto tra i diversi interventi effettuabili e le pratiche amministrative necessarie per poterli realizzare.
Sono le prime dichiarazioni ufficiali da parte del MIT, dopo l’avvio delle consultazioni sulla revisione del TUE o Dpr n.380/2001.
“Una riforma che rappresenta la logica conseguenza del Salva casa”, ha sottolineato Elena Griglio durante il suo intervento. “Il decreto Salva Casa rappresenta una strategia a breve termine, un intervento d’urgenza, fatto per incidere in tempi stretti sul tema della regolarità degli immobili, ora serve un lavoro più strutturato”.
Entro domani, 9 maggio le Regioni dovranno adeguare la modulistica
Ma ci sono due scadenze che dovranno essere rispettate per poter procedere con l’aggioranemnto della modulistica del TUE sopo il Salva Casa.
La prima è quella del 9 maggio, data entro la quale le Regioni dovranno aggiornare la propria modulistica unificata.
Mentre per i Comuni ci sarà tempo fino al 23 maggio 2025 per procedere con l’adeguamento dei Moduli Unici sulla base delle stesse indicazioni garantendone la massima diffusione.
“Molte Regioni in questi anni hanno adottato legislazioni ambiziose e il risultato è una situazione a macchia di leopardo in cui non è chiaro dove finisce la competenza statale e dove inizia quella regionale” prosegue la Griglio come riportato dal Sole24Ore. “Questo va riordinato. Bisogna chiarire quali sono gli standard essenziali delle prestazioni e quali sono i margini di flessibilità riconosciuti al legislatore regionale”.
Questo tema porterà inevitabilmente ad una riorganizzazione degli interventi, provando una volta per tutte a mettere in luce i reali confini (al momento più che mai offuscati) tra edilizia libera, manutenzione ordinaria, straordinaria, nuova costruzione, ma anche difformità lievi e variazioni essenziali.