La barriera più grande alla diffusione delle auto elettriche? È nella nostra testa

Una ricerca dell’università di Ginevra stabilisce che è ancora molto diffusa la credenza che le batterie degli EV non siano sufficienti per i propri bisogni quotidiani di spostamento

auto elettriche

Entro il 2030 le auto elettriche devono passare dall’1 al 12% del parco veicoli globale

(Rinnovabili.it) – Nel 2020, soltanto l’un percento dei veicoli in circolazione in tutto il mondo erano auto elettriche. Per centrare gli obiettivi sul clima al 2030, la quota deve salire entro la fine del decennio almeno al 12%. Vale a dire 230 milioni di unità contro i circa 11 milioni di oggi. Gli sforzi della politica dell’industria si concentrano soprattutto sul rimuovere le barriere tecnologiche e finanziaria in modo da facilitare un boom di EV. Ma ci sono altri ostacoli, e piuttosto insidiosi, che non vengono quasi mai considerati.

Parliamo di bias cognitivi che scoraggiano la maggior parte delle persone ad acquistare auto elettriche. E non riescono ad essere aggirati neppure con il potenziamento dell’infrastruttura di ricarica. Il problema? La range anxiety, cioè l’ansia di non avere abbastanza chilometri di autonomia. Un sentimento che è ingiustificato, spiega una ricerca dell’università di Ginevra.

Leggi anche Il boom di EV dei prossimi 10 anni secondo l’Iea

La maggior parte di noi, infatti, tende a credere che l’autonomia di un’auto elettrica non sia sufficiente per coprire con una sola ricarica il nostro tragitto quotidiano medio. Ma si tratta di un’idea sbagliata. Nella maggior parte dei casi, sottostimiamo la capacità delle batterie degli EV almeno del 30%. “Abbiamo osservato che i partecipanti hanno sistematicamente sottovalutato la compatibilità delle capacità delle batterie elettriche disponibili sul mercato attuale con le loro reali esigenze”, spiegano gli autori dello studio che si basa su interviste a 2000 persone tra Germania e Stati Uniti.

L’esistenza e soprattutto la grande diffusione di questo bias cognitivo deve far ripensare le politiche di incentivo alla mobilità elettrica. “Per rassicurare le persone, la soluzione non è solo densificare la rete di stazioni di ricarica o aumentare le dimensioni delle batterie, che richiedono risorse più scarse come il litio e il cobalto. È la fornitura di informazioni adeguate alle esigenze concrete degli automobilisti che ridurrà le loro preoccupazioni e aumenterà la loro disponibilità ad adottare un veicolo elettrico”, spiegano dall’università di Ginevra.

Leggi anche La pandemia non ferma l’ascesa degli EV

Articolo precedenteCoralli atomici e gusci alieni: ecco i golden spike dell’Antropocene
Articolo successivoRincaro materiali? La colpa non è dei bonus edilizi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!