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Acquacoltura sostenibile? Il progetto di un impianto innovativo per l’allevamento ittico in Norvegia

L’acquacoltura sostenibile è strategica per la Norvegia. L’allevamento ittico in Norvegia è uno dei settori economici più importanti, è in costante espansione ed ha un valore significativo in termini di esportazioni e occupazione, con ingenti investimenti in ricerca e sviluppo sostenuti dalle istituzioni

Acquacoltura sostenibile? Il progetto di un impianto innovativo per l’allevamento ittico
Foto di Craig Thomas su Unsplash

In Norvegia si sperimenta una rivoluzione in mare

L’acquacoltura deve diventare più sostenibile.

L’allevamento ittico in Norvegia è uno dei settori economici più importanti, è in costante espansione ed ha un valore significativo in termini di esportazioni e occupazione.

Ovvio che gli investimenti in ricerca e sviluppo siano ingenti: basti pensare al mercato del salmone, uno dei pesci più consumati al mondo, sia fresco sia affumicato.

Per risolvere i problemi di sostenibilità del sistema, si sta progettando un impianto innovativo che somiglia più a una piattaforma petrolifera offshore che non a un impianto tradizionale di acquacoltura.

L’impianto è in fase di sperimentazione nell’Ocean Basin Laboratory di SINTEF Ocean, e presto potrebbe essere installato nelle acque norvegesi e diventare operativo.

Impianti in mare aperto per l’acquacoltura sostenibile

Gli allevamenti ittici hanno quindi bisogno di impianti in mare aperto per disporre di spazi maggiori e di acqua più pulita per ridurre il rischio di infestazioni di pidocchi, di infezioni e di malattie nei salmoni.

Inoltre, in mare aperto si riduce la necessità di trattamenti chimici.

Ideatrice del progetto è l’azienda di acquacoltura Nordlaks. Il nuovo impianto sarà lungo 385 metri. La struttura principale è in acciaio; conterrà sei grandi reti, progettate per ospitare 10.000 tonnellate di salmone d’allevamento, pari a un massimo di 2 milioni di esemplari.  

La Direzione norvegese della pesca ha rilasciato delle licenze per lo sviluppo dell’impianto; le concede concesse nell’ambito di un regime temporaneo per promuovere progetti innovativi che richiedono investimenti ingenti.

La Norvegia è leader mondiale nell’acquacoltura

«La Norvegia è leader mondiale nello sviluppo di impianti di produzione di salmone su larga scala in località esposte. Il progetto Nordlaks è la più grande iniziativa di acquacoltura che abbiamo intrapreso finora», spiega Ivar Nygaard, Senior Project Manager di SINTEF Ocean.

Nordlaks ha chiamato questo impianto di acquacoltura “Ocean Farm”. È progettato per resistere a onde alte anche 12 metri e a correnti più forti rispetto ai tradizionali recinti – costituiti da reti sospese ad anelli di plastica flessibili – attualmente installati nei fiordi norvegesi.

Gli impianti attuali presenti in Norvegia sono in una certa misura protetti dalle condizioni più difficili, essendo situati all’interno di fiordi riparati o poco al largo lungo la costa.

Il paragone con le piattaforme petrolifere

La dimensione del nuovo impianto dà un’idea del volume di investimenti che girano intorno al settore degli allevamenti ittici. Ocean Farm prevede due veicoli di servizio che viaggiano lungo i binari posti ai lati dell’impianto e saranno azionati da personale residente nella struttura, come avviene negli impianti petroliferi.

Le stesse istituzioni puntano sull’acquacoltura e per farla sviluppare ulteriormente devono sfruttare le aree marine più esposte: questo ovviamente «richiede materiali e tecniche di costruzione completamente diversi da quelli che utilizziamo per gli impianti nei fiordi».

L’obiettivo principale del progetto è raggiungere una produzione di salmone sicura ed efficiente. Il benessere dei pesci ha sempre avuto una parte fondamentale nel progetto. L’impianto ospiterà pesci di grandi dimensioni, che saranno costantemente monitorati durante la fase pilota.

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About Author / Isabella Ceccarini

Europeista sostenitrice dell’Italia, non ama i confini mentali e geografici. Di formazione umanistica, è curiosa delle novità e affascinata dalla contaminazione tra saperi diversi. Giornalista da più di trent’anni, ha lavorato a lungo come caporedattore per un trimestrale di politica universitaria e ricerca. Ha scritto a quattro mani il libro Perché l’università. Riflessioni sull’etica del sapere che raccoglie pensieri e interviste a esponenti di spicco del mondo dell’istruzione superiore e di organizzazioni internazionali. Ha collaborato con diverse case editrici alla stesura di libri e cataloghi per mostre ed eventi occupandosi di progettazione e coordinamento editoriale. È attenta ai temi etici di cui ha scritto per il mensile della Società San Vincenzo de’ Paoli e ha fatto parte della giuria del Premio letterario Città di Castello nella sezione riservata ai giovani. Organizza e modera tavole rotonde su temi che spaziano dalla salute all’agricoltura, nonché corsi di formazione per i giornalisti. Ha ideato e condotto due eventi per il format #leparolevalgono di Treccani. Dal 2017 è entrata a far parte del team di Rinnovabili dove si dedica in particolare all’agrifood ma ama anche allungare lo sguardo ai temi ambientali. Per Rinnovabili progetta e conduce Agrifood Forum, evento annuale sulla sostenibilità alimentare.