Fruitprint è progetto di ricerca internazionale che ha l’obiettivo di conservare frutta e verdura ed evitare lo spreco alimentare, oltre a ridurre il consumo energetico e l’impatto ambientale della filiera agroalimentare

Tecnologie innovative per prolungare la shelf-life degli alimenti freschi
Fruitprint riuscirà a prolungare e migliorare la conservazione di frutta e verdura?
È l’obiettivo di questo progetto finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma Horizon Europe e coordinato da un consorzio di dodici partner di sette paesi (Belgio, Francia, Germania, Grecia, Italia, Spagna, Turchia), coordinato dall’Institut National Polytechnique di Toulouse (Francia).
ENEA, Scuola Superiore Sant’Anna e Isolcell partecipano al progetto per l’Italia.
Fruitprint, un progetto internazionale di ricerca
Essendo un progetto internazionale, Fruitprint «promuove la collaborazione internazionale innovativa, intersettoriale e interdisciplinare nella ricerca e nell’innovazione attraverso lo scambio di personale e la condivisione di conoscenze e idee in tutte le fasi della filiera dell’innovazione».
L’oggetto di Fruitprint è la «progettazione di nuove tecnologie post-raccolta a basso impatto di carbonio basate sulla scoperta di molecole attive».
Fruitprint ha anche altri obiettivi decisamente sfidanti: ridurre il consumo energetico e l’impatto ambientale della filiera agroalimentare.
La durata del progetto Fruitprint va dall’1 gennaio 2025 al 31 dicembre 2028.
Conservazione con atmosfera controllata e composti chimici
Prolungare la durata dei prodotti freschi è già una realtà, come vediamo quotidianamente sugli scaffali dei supermercati. La tecnologia usata per prolungare la shelf-life degli alimenti freschi è l’atmosfera controllata: grazie alle basse temperature e a un ridotto livello di ossigeno, si può rallentare il degrado degli alimenti freschi come frutta e verdura.
Il rovescio della medaglia è che si tratta di un sistema che consuma molta energia e quindi ha un impatto importante sull’impronta di carbonio della filiera agroalimentare.
Un metodo alternativo per la conservazione di frutta e verdura fresche è l’uso di composti chimici, come 1-MCP (1-metilciclopropene).
Per bloccare la maturazione, questi composti agiscono sull’etilene, l’ormone vegetale responsabile della maturazione e dell’invecchiamento dei tessuti vegetali.
Anche questa metodica ha i suoi limiti: infatti potrebbe alterare le caratteristiche organolettiche degli alimenti.
Conservazione con composti naturali
Nell’ambito del progetto Fruitprint, i ricercatori dell’ENEA stanno lavorando da tempo su carotenoidi e apocarotenoidi. Si tratta di composti naturali che hanno buone proprietà antiossidanti, e quindi hanno anche un effetto benefico sulla salute.
I carotenoidi sono pigmenti naturali di colore giallo, arancione e rosso che si trovano in alimenti di consumo abituale come carote, pomodori e peperoni. Sono preziosi per la salute delle piante, in quanto le proteggono da livelli eccessivi di luce solare e supportano la fotosintesi.
Ma sono preziosi anche per gli esseri umani. Infatti alcuni carotenoidi, come il betacarotene, si trasformano in vitamina A, essenziale per la vista, per il sistema immunitario e per la salute della pelle.
Gli apocarotenoidi derivano dai carotenoidi che svolgono un ruolo chiave nella risposta di difesa e nella produzione di aromi e profumi: un esempio che tutti conosciamo è quello dello zafferano.
Tecnologia contro lo spreco alimentare
Il futuro dell’agroalimentare richiede un forte impegno alla ricerca. Con il previsto aumento della popolazione mondiale, sarà necessario aumentare la disponibilità di cibo sano per tutti ma nello stesso tempo si dovrà evitare un impatto distruttivo sull’ecosistema diminuendo l’impronta di carbonio della filiera agroalimentare.
In questa prospettiva la lotta allo spreco alimentare sarà un elemento di primaria importanza, e ricerche in grado di individuare sistemi di conservazione del cibo assumono un valore cruciale.
Sottolinea infatti Gianfranco Diretto, responsabile del Laboratorio Biotecnologie GREEN e referente ENEA per il progetto: «La conservazione post-raccolta di frutta e verdura gioca un ruolo chiave. Il nostro contributo nel progetto Fruitprint sarà proprio quello di individuare nuove molecole bioattive naturali capaci di rallentarne la maturazione.
Per farlo, utilizzeremo tecnologie altamente innovative che includono test in silico (analisi computazionali) e in vivo su prodotti agroalimentari di ampia diffusione e consumo come pomodori e mele».