Rinnovabili • Qualità dell’aria: l’Italia rischia 120mila morti premature in più Rinnovabili • Qualità dell’aria: l’Italia rischia 120mila morti premature in più

Il 94% degli europei vive ancora in città troppo inquinate secondo i limiti OMS

Dal 2011 a oggi l’Europa ha fatto progressi costanti nella lotta all’inquinamento dell’aria. Ma circa 7 stazioni di monitoraggio su 10 sarebbero fuorilegge con i nuovi limiti che scatteranno dal 2030. E restano su valori lontanissimi da quelli suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS)

Qualità dell’aria: l’Italia rischia 120mila morti premature in più
Foto di Tom Podmore su Unsplash

Nonostante i continui progressi nel miglioramento della qualità dell’aria in Europa, l’inquinamento atmosferico resta ancora il più importante rischio per la salute nel Vecchio Continente.

Quasi tutte le centraline di monitoraggio dei principali inquinanti hanno registrato valori sotto le soglie stabilite dalla legislazione attuale nel 2023 e nel 2024. Molto diversa, però, la situazione se si considerano i nuovi limiti, più stringenti, che entreranno in vigore tra 5 anni.

Qualità dell’aria in Europa, i dati 2023

Secondo i dati rilasciati il 9 aprile dall’Agenzia europea per l’Ambiente (EEA), ben il 99% delle stazioni di controllo nel 2023 ha registrato valori inferiori ai limiti per il PM2.5. Percentuali analoghe anche per il PM10 (il 96% delle centraline) e per l’NO2 (il 98%). Più staccato il dato relativo all’inquinamento da ozono, con solo l’82% delle stazioni che rientrano nei parametri vigenti.

La tendenza è positiva, ma uno sguardo più granulare ai dati rivela margini di miglioramento molto ampi. Da un lato, è vero che dal 2011 tutti i paesi europei hanno ridotto l’esposizione della popolazione urbana al particolato fine PM2.5, cioè l’inquinante più dannoso per la salute. Ma dall’altro lato, la stragrande maggioranza della popolazione urbana dell’UE – più del 94% – rimane esposta a concentrazioni di PM2.5 superiori al livello indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Lontani dagli obiettivi UE 2030 e dalle raccomandazioni OMS

Ed è proprio da questa prospettiva – guardando, cioè, ai nuovi limiti europei che scatteranno dal 2030 – che il rapporto dell’EEA mostra quanto sia ancora lunga la strada da percorrere per portare a livelli soddisfacenti la qualità dell’aria in Europa.

Se quei limiti fossero in vigore oggi, il numero di stazioni in regola crollerebbe drasticamente. Rispetterebbero i parametri di PM2.5 solo 6 centraline su 10, mentre sarebbe in regola per i PM10 solo il 65% delle stazioni, il 70% per l’NO2 e il 71% per l’ozono.

Se spostiamo l’accento sui danni previsti per la salute, il percorso per mitigare i rischi sanitari legati all’esposizione all’inquinamento atmosferico si fa ancora più lungo. I nuovi obiettivi europei 2030, infatti, hanno soglie significativamente più alte di quelle considerate sicure per la salute umana dall’Organizzazione mondiale per la sanità (OMS).

Rispetto ai parametri dell’agenzia ONU, oggi le centraline europee in regola sarebbero appena l’8% per il PM2.5, il 36% per il PM10, il 30% per l’NO2 e solo il 2% per l’ozono.

Per ridurre l’impatto sanitario, l’EEA ricorda che servirà un ventaglio di misure dirette a molti settori dell’economia. “Sebbene la combustione di carburanti sia una fonte comune della maggior parte di questi inquinanti, ridurre il rischio per la salute richiede spesso una combinazione di diverse misure a causa della variabilità delle fonti specifiche che contribuiscono a ciascun inquinante”, sottolinea il rapporto.

“Ad esempio, per l’NO2 la fonte principale è il trasporto, in particolare il traffico stradale, e quindi l’NO2 tende a rappresentare un problema particolare nelle aree urbane. Sebbene i trasporti siano responsabili anche di PM10 e PM2,5, una fonte più significativa è la combustione domestica di combustibili solidi, a cui contribuiscono anche l’agricoltura e le attività industriali”, conclude l’Agenzia.

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About Author / Lorenzo Marinone

Scrive per Rinnovabili dal 2016 ed è responsabile della sezione Clima & Ambiente. Si occupa in particolare di politiche per la transizione ecologica a livello nazionale, europeo e internazionale e di scienza del clima. Segue anche i temi legati allo sviluppo della mobilità sostenibile. In precedenza si è occupato di questi temi anche per altri siti online e riviste italiane.