Terna aggiorna i dati sul sistema elettrico italiano. Lo scorso mese, a fronte di una domanda elettrica più elevata rispetto a settembre 2024, le FER hanno coperto quasi il 41% del fabbisogno. Merito soprattutto del fotovoltaico, quasi unica fonte in netta crescita.

Quanto possono essere considerati “green” i consumi elettrici di settembre 2025 in Italia? E quanta dell’energia consumata lo scorso mese è stata fornita dalla produzione nazionale? A rispondere, come sempre, è il report mensile di Terna sul sistema elettrico italiano, che attraverso le sue 33 pagine offre uno sguardo puntuale sul comparto. Dalla produzione alla domanda, passando per la crescita della capacità FER installata fino al prezzo dell’energia elettrica. Con un focus sui sistemi di accumulo e i due indici: IMCEI e IMSER.
Produzione e consumi elettrici di settembre 2025
Il rapporto mostra come lo scorso mese la domanda elettrica nazionale abbia raggiunto i 25,9 TWh, valore in aumento rispetto allo stesso mese del 2024 grazie anche alla crescita dei consumi elettrici degli energivori (+2,9%). A soddisfare la richiesta è stata per l’85,3% (22,1 TWh) la produzione nazionale, coprendo il restante 14,7% con il saldo dell’energia scambiata con l’estero. Per la precisione il valore del saldo estero mensile risulta pari a 3,8 TWh, il 5,7% in più rispetto a settembre 2024.
Quale ruolo hanno giocato le fonti di energia rinnovabili (FER) in questo contesto? Decisamente un ruolo di primo piano avendo coperto il 40,9% della domanda elettrica di settembre 2025. A titolo di confronto a settembre 2024 la quota FER sui consumi era del 39,4%, a settembre 2023 del 38,5%.
Il merito va soprattutto al fotovoltaico e all’idroelettrico, rispettivamente con una produzione di 4,1 TWh e 3,7 TWh, sebbene a crescere sia stato solo il primo. Il solare è stato l’unica fonte assieme al geotermico ad aver mostrato un aumento rispetto a settembre 2024, con ben più 30,7% immesso in rete (pari a più 964 GWh).
Segno meno invece per la produzione elettrica da fonte idrica (-4,1% rispetto a settembre 2024), termoelettrica (-2,6%) ed eolica (-23,4%).
I primi 9 mesi 2025 del sistema elettrico italiano
Analizzando i dati a livello progressivo il rapporto sul sistema elettrico italiano mostra tendenze nette. Da gennaio a settembre 2025, il fabbisogno nazionale risulta in flessione del 1,2% rispetto al corrispondente periodo del 2024, così come in flessione appare l’import netto (-8,9%). Le fonti fossili hanno coperto il 42,2% dei consumi elettrici da gennaio a settembre 2025, il saldo con l’estero il 15,1% e le rinnovabili il 42,7%. Nel dettaglio in questi nove mesi le FER hanno prodotto 99,5 TWh, dato che appare in calo di quasi due punti percentuali sul 2024.
Il rapporto evidenzia come il maggior contributo alla produzione verde arrivi dal fotovoltaico (37,1%) e dall’idroelettrico (33,5%). Per la precisione, finora l’energia solare ha immesso in rete 36,9 TWh, vale a dire 6,7 TWh in più rispetto all’anno precedente. Si tratta di un risultato frutto in larga parte (5,8 TWh) della crescente potenza installata e in misura minore delle condizioni meteo (981 GWh).
La nuova capacità rinnovabile del 2025
Nei primi nove mesi del 2025, la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 4.476 MW, di cui 4.078 MW appartenenti al solo fotovoltaico. Nello stesso periodo dell’anno precedente l’incremento era stato di 4.862 MW, facendo quindi registrare a questo 2025 una diminuzione di 785 MW). La capacità eolica in esercizio è aumentata invece di 367 MW pari a una riduzione di 119 MW rispetto alla nuova capacità dei primi nove mesi del 2024.
Ma guardando le nuove installazioni nel complesso e confrontando la crescita con i target del DM Aree Idonee, si evince un’informazione preziosa: a livello nazionale, la capacità rinnovabile installata è superiore all’obiettivo fissato per il 2025.
Regioni che hanno superato l’obiettivo Aree Idonee gen 21 – set 25
- Il Lazio è la regione con il maggiore scostamento positivo, ben +1.165 MW in più sul target.
- Altre regioni con scostamenti positivi notevoli sono la Lombardia (+536 MW), il Piemonte (+347 MW), il Veneto (+293 MW), il Friuli Venezia Giulia (+263 MW) e il Trentino Alto Adige (+101 MW).
- Anche la Campania (+97 MW) ed Emilia Romagna (+80 MW) hanno superato l’obiettivo ma con sforzi più contenuti
Regioni che hanno uno scostamento negativo:
- La Sicilia è la regione con il maggiore scostamento negativo (-492 MW).
- Seguono la Calabria (-298 MW), la Puglia (-224 MW), la Sardegna (-343 MW), la Basilicata (-181 MW), la Toscana (-182 MW), il Molise (-116 MW), l’Abruzzo (-107 MW), l’Umbria (-101 MW) e le Marche (-99 MW).
- La Liguria (-44 MW) e la Valle d’Aosta (-9 MW) mostrano gli scostamenti negativi più contenuti.













