Il nuovo masterplan del Politecnico di Torino trasformerà non solo l’Università, ma l’assetto urbano di alcune aree della città, rendendo i nuovi Campus un punto di riferimento della ricerca e della comunità

Due nuovi Campus, tre Innovation HUB e un’architettura verde per riscrivere il rapporto tra università e città
Un investimento da oltre 300 milioni di euro al 2030 e una visione strategica chiara: trasformare il Politecnico di Torino in un ecosistema di campus e hub dell’innovazione in grado di attrarre imprese, talenti e capitali. È l’ambizioso progetto tracciato dal Masterplan del Politecnico di Torino, un intervento edilizio e culturale che punta a rafforzare il ruolo dell’Ateneo come strumento dello sviluppo territoriale e della transizione tecnologica.
I contorni del Piano sono stati presentati durante la recente Conferenza di Ateneo, direttamente dal Rettore Stefano Corgnati.IL duplice obiettivo permetterà di riorganizzare gli spazi fisici, per favorire una didattica innovativa e la ricerca, trasformando l’università in un attore centrale, capace di dialogare con l’industria, le istituzioni e la città.
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Due campus e tre Innovation Hub
Il Masterplan del PoliTo immagina la creazione di due grandi poli attrattori:
- il Campus di Ingegneria in Corso Duca degli Abruzzi e
- il Campus di Architettura, Design e Pianificazione nell’area del Parco del Valentino, grazie alla riqualificazione del complesso di Torino Esposizioni.
Parallelamente nasceranno tre Innovation Hub:
- la Digital Revolution House adiacente alla sede centrale, 41 milioni per 9.000 mq;
- il polo dell’Aerospazio in Corso Marche, 43 milioni per 12.0000 mq;
- il centro per l’automotive e la mobilità sostenibile a Mirafiori, 75 milioni per 14.000 mq.
Tutte le sedi saranno caratterizzate da un’architettura verde, che privilegia la sostenibilità ambientale. Gli interventi edilizi saranno inoltre “armonizzati” dalle trasformazioni degli spazi esterni, che prevedono la riqualificazione delle corti e degli assi di collegamento aumentando la superficie a verde e inserendo nuove piante per de-impermeabilizzazione le superfici, in un’ottica di maggiore sostenibilità ambientale e adeguamento climatico.
Un volano per l’attrattività del territorio
“Non esiste innovazione tecnologica senza innovazione normativa”, ha dichiarato Il Rettore Corgnati durante la Conferenza, sottolineando la necessità di un cambio di passo.
Gli strumenti urbanistici come il piano regolatore, sono considerati ormai obsoleti, al punto da diventare un freno per le aziende che vogliono investire nel territorio. Il rettore lancia così un messaggio chiaro alle istituzioni: servono norme più snelle per rispondere in tempi rapidi alle esigenze di imprese interessate a insediarsi in prossimità dei nuovi hub accademici.
Il Masterplan del Politecnico di Torino diventa perciò una risposta alla crescente pressione demografica nei corsi: il piano porterà a un’espansione significativa delle superfici, dai 18.000 mq del 2016 ai 300.0000 previsti entro il 2030. Una boccata d’ossigeno per aule e laboratori, ma anche un investimento simbolico su una visione di università aperta, inclusiva, accessibile.“Chi viene a Torino dovrebbe sapere già in anticipo dove andrà ad abitare”, prosegue il Rettore. “Deve nascere una cultura diversa, servono studentati. Penso a un’università aperta che fortifichi il senso di collettività, dove è possibile entrare e leggere il giornale anche la domenica” conclude Corgnati.