Per essere considerate in linea con un percorso di transizione verso net zero, le banche globali potranno avere policy che puntano semplicemente a contenere il riscaldamento globale sotto i 2°C. la svolta della NZBA

Con un voto quasi unanime, la Net-Zero Banking Alliance (NZBA) modifica il proprio quadro di riferimento per i target climatici e apre a percorsi più “flessibili”. In pratica, l’Alleanza delle banche per il clima voluta dall’Onu abbandona il vincolo all’obiettivo di 1,5°C dell’Accordo di Parigi.
Adieu, Paris!
Nel pieno del decennio decisivo per l’azione climatica, la Net-Zero Banking Alliance (NZBA) – la principale coalizione globale di banche impegnate nella transizione verso emissioni nette zero – ha formalmente approvato un pacchetto di modifiche al proprio quadro strategico.
Nei fatti, la svolta è un passo indietro sostanziale rispetto agli impegni climatici assunti finora. Il cambiamento principale? L’allontanamento dall’obiettivo di contenere il riscaldamento globale entro 1,5°C, a favore di un riferimento più generico al target “ben al di sotto dei 2°C”, previsto dall’Accordo di Parigi.
Svolta formale, conseguenze sostanziali per l’Alleanza banche clima
La NZBA – sostenuta dalle Nazioni Unite e composta da oltre 120 istituti bancari globali – ha annunciato l’esito della votazione con toni celebrativi. L’iniziativa parla di “una nuova fase”, per “rafforzare il supporto alle banche” e “sbloccare opportunità per la decarbonizzazione dell’economia reale”.
Formule che riflettono l’emorragia di affiliati degli ultimi mesi. Dall’Alleanza banche clima, infatti, si sono via via sfilati alcuni pesi massimi. A gennaio il maggior fondo d’investimento al mondo, BlackRock. A dicembre 2024 Goldman Sachs Group, Wells Fargo & Co., Citigroup e altri big.
E il nuovo quadro di riferimento per la transizione nel settore bancario va proprio nella direzione di allentare vincoli e ammorbidire obiettivi. Le nuove disposizioni adottate includono:
- il riconoscimento di un’ampia gamma di percorsi di transizione. I percorsi “approvati” non sono più limitati al contenimento del riscaldamento entro 1,5°C, ma includono opzioni meno ambiziose, purché “in linea con l’obiettivo di mantenere l’aumento delle temperature ben al di sotto dei 2°C”;
- un rimando alle singole banche la definizione delle proprie strategie climatiche;
- il riconoscimento delle difficoltà legate ai vincoli regolatori crescenti, alle tensioni geopolitiche e alla lentezza dei progressi di transizione in settori chiave come edilizia e aviazione.
Sebbene il testo ufficiale continui a indicare il target di 1,5°C come “stella polare”, l’introduzione di maggiore flessibilità nei percorsi di allineamento segna, di fatto, un indebolimento degli impegni precedenti.