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ESG, le banche italiane non quotate zoppicano sulla sostenibilità

Uno studio Standard Ethics fotografa un settore ancora poco trasparente. Pochi dei 43 istituti di credito italiani analizzati ha un impegno strutturato sul fronte ESG

Punteggi ESG: nuove regole UE sui rating
via depositphotos.com

Solo il 14% delle banche non quotate italiane pubblica una policy ambientale. Nessuna ha una policy sull’intelligenza artificiale. È questo uno dei dati più interessanti emersi dal nuovo studio di Standard Ethics “La sfida della Sostenibilità per le banche non quotate italiane” sulle performance ESG di questi soggetti finanziari.

L’indagine è stata condotta su 43 istituti bancari italiani non quotati (esclusi dunque i gruppi esteri e quelli quotati) e ha analizzato il grado di trasparenza e l’allineamento agli standard internazionali ESG valutando 23 fattori su 4 aree:

  • policy e procedure ESG,
  • target ESG,
  • valutazioni ESG,
  • policy ESG bancarie specifiche.

Un settore in ritardo sulle performance ESG

Lo studio evidenzia ampie lacune nella trasparenza e nell’integrazione delle tematiche ESG tra le banche non quotate. Mentre alcuni istituti mostrano segnali di avvicinamento alle pratiche internazionali, il quadro generale resta frammentato e disomogeneo.

Secondo gli analisti, l’assenza di interlocutori di mercato, come investitori istituzionali o agenzie di rating, può spiegare la scarsa propensione alla disclosure volontaria. In molte banche, sembra prevalere una gestione interna delle tematiche ESG ancora reattiva e priva di una visione strategica, con particolare debolezza nelle dimensioni ambientale e sociale.

Qualche numero esemplificativo. Solo il 14% delle banche ha una policy ambientale pubblicata. E se il 55% dichiara target di riduzione delle emissioni di CO2, soltanto il 17% comunica obiettivi di carbon neutrality. Va meglio su altri fronti ,ad esempio il 52% indica obiettivi sull’uso di energie rinnovabili.

Lato sociale, l’analisi riscontra gravi e diffuse carenze:

  • il 9% pubblica una policy sui diritti umani.
  • Nessuna delle banche ha una policy sull’intelligenza artificiale.
  • Il 19% ha una gender equality policy e 26% una diversity & inclusion policy.
  • Il 33% collega la remunerazione degli organi apicali a performance ESG.
  • Il 45% dichiara target per la parità di genere, ma solo il 14% dei CdA raggiunge la parità di genere effettiva (oltre 50% donne).

Il ricorso a consulenti esterni per la redazione di comunicazioni ESG è abbastanza comune, ma l’adozione di strumenti di misurazione oggettiva (come i rating ESG) resta episodica. Questo limita la comparabilità tra istituti e compromette l’efficacia della governance ESG verso gli stakeholder, sostengono gli autori del rapporto.

Infatti, nessuna delle banche analizzate dispone di un rating ESG in linea con gli standard internazionali. Solo il 7% ha ricevuto altri tipi di rating ESG, mentre il 24% pubblica forme non ufficiali di scoring o riconoscimenti. E appena il 2% adotta policy ESG per la gestione dei fornitori.

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