Cosìpernatura contro lo spreco di cibo in campo

Cosìpernatura è il progetto di NaturaSì e Legambiente nato per combattere lo spreco di cibo in campo mettendo in vendita prodotti imperfetti ma ugualmente buoni

Cosìpernatura
Foto di Hans Braxmeier da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Dall’accordo tra NaturaSì e Legambiente è nato il progetto Cosìpernatura contro lo spreco di cibo che anticipa le mosse, ovvero non si occupa di quello che avviene a valle della catena alimentare, bensì di quello che succede a monte.

Uno studio della Fao ritiene che in Italia e in Europa ci sia un 21% di spreco di frutta e di verdura che avviene direttamente in campo. Le imperfezioni o la mancata adesione agli standard dell’industria alimentare (che possono essere riguardare le dimensioni come l’aspetto estetico) fanno sì che una parte consistente dei prodotti non siano nemmeno raccolti: restano sul terreno, oppure vengono svenduti all’industria alimentare o addirittura sono trasformati in compost.

Leggi anche FAO: 15 consigli per ridurre gli sprechi alimentari e divenire un Food hero

Il progetto Cosìpernatura è nato per sfidare il modello di perfezione a cui siamo abituati che si traduce in uno spreco inaccettabile. NaturaSì e Legambiente portano sugli scaffali prodotti ortofrutticoli che sono cosìpernatura: non belli, imperfetti, dalla forma insolita, magari più grandi o più piccoli di quelli a cui siamo abituati ma ugualmente buonissimi e dotati delle stesse proprietà nutritive di altri prodotti biodinamici o biologici che rispondono a un certo standard estetico.

L’obiettivo spreco zero non è impossibile

Nel periodo gennaio-maggio 2020 è stato effettuato un periodo di prova del progetto Cosìpernatura in cui sono arrivati sugli scaffai dei negozi NaturaSì 795 tonnellate di prodotti imperfetti. L’obiettivo che si vorrebbe raggiungere è il recupero di 2.500-3.000 tonnellate di frutta e verdura imperfette all’anno. Questa iniziativa dimostra che raggiungere l’obiettivo dello spreco zero non è impossibile. Perché conviene Cosìpernatura? Perché acquistare solo prodotti esteticamente attraenti e omogenei fa sì che molti pezzi vengano scartati con un duplice svantaggio per il consumatore che dovrà pagare un prezzo più alto e per l’agricoltore che vedrà assottigliarsi il suo reddito

Leggi anche Lo spreco alimentare sfiora 1 miliardo di tonnellate l’anno

Chiarissima la spiegazione di Fausto Jori, amministratore delegato di NaturaSì: «Recuperando e mettendo in commercio quello che è appena più piccolo, o appena più grande, o appena diverso, passiamo da un 20% circa di prodotto scartato sui nostri campi a un massimo, quasi fisiologico, del 4%. Nei nostri 500 negozi i prodotti cosìpernatura sono venduti con una riduzione che arriva fino al 50% del prezzo degli stessi prodotti standard. Si tratta di un contributo che vogliamo dare a una vera e propria inversione di tendenza in campo agricolo, alimentare e anche culturale. Spesso si dice che per sfamare una popolazione mondiale sempre crescente occorre più uso della chimica. Noi vogliamo cominciare ad affrontare questo tema con un cambio di paradigma. Non sprechiamo quello che c’è, che abbiamo coltivato e per cui sono stati impiegati acqua, energia, lavoro, risorse. Sarebbe uno schiaffo all’ambiente ma anche all’etica e alla sostenibilità sociale».

Articolo precedenteLazio aderisce a Earth Hour spegnendo 219 sedi
Articolo successivoLazio, via al piano di efficientamento energetico e sismico dell’edilizia pubblica

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!