Nel primo bimestre 2025, l'export di prodotti agroalimentari italiani è cresciuto dell'11%. Secondo Coldiretti è l'effetto del timore dazi

Volano i prodotti agroalimentari italiani negli Stati Uniti. Sembra che il timore dei dazi abbia fatto da volano all’export: + 11%, la percentuale di crescita nei primi due mesi del 2025, gennaio e febbraio, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Contro un calo generale del 3% di tutti i settori produttivi. Secondo l’analisi Coldiretti (su dati Istat) il momento è positivo. Nonostante tutto. Tenendo presente solo il mese di febbraio, l’aumento è stato addirittura del 14%, rispetto a un crollo del 10% se si considerano tutti i comparti.
Differenze tra filiere
Secondo il monitoraggio Coldiretti reso noto durante la fiera TuttoFood, ovviamente i numeri non sono uguali per tutti i prodotti simbolo del Made in Italy a tavola. La prima voce delle esportazioni in America è quella del vino. Per i formaggi, altro simbolo dell’italian food è rappresentato dal Grana Padano che segnala un aumento ad inizio anno dell’11%. Quasi il doppio rispetto al risultato generale.
Da quello che emerge, sembra che gli importatori abbiano fatto scorta di prodotti italiani negli Stati Uniti per timore dell’effetto dazi, che era già nell’aria mesi fa anche prima dell’annuncio ufficiale di Trump. “Nonostante le tensioni commerciali, è evidente che il lavoro fatto in questi anni sulla promozione del cibo italiano negli States ha funzionato a prescindere da quali saranno le prossime mosse di Trump, occorre ora fare tutto il possibile per evitare un muro contro muro che finirebbe per danneggiare tutti“, le parole del presidente della Coldiretti, Ettore Prandini.
Lo spettro dell’italian sounding
Nonostante il buon momento delle esportazioni, resta da capire cosa accadrà nelle prossime settimane. Cosa farà il presidente Trump sulla base di eventuali accordi con l’Ue. E resta anche la preoccupazione sul fenomeno dell’italian sounding. E’ noto, rivela Coldiretti, che gli Usa siano in testa alla classifica dei “maggiori taroccatori con una produzione di cibo italiano che ha superato i 40 miliardi in valore e che vede come prodotto di punta i formaggi“.
Il famoso Parmesan del Wisconsin
Secondo Coldiretti, su dati Usda, il dipartimento di stato dell’agricoltura statunitense si producono negli Stati Uniti 222 milioni di chili di Parmesan, 170 milioni di chili di provolone, 23 milioni di chili di pecorino romano oltre a quasi 40 milioni di chili di formaggi italian style di altro tipo, come il friulano. Senza dimenticare gli oltre 2 miliardi di chili di mozzarella, che portano il totale della copia del formaggio italiano a quasi 2,7 miliardi di chili.
Salumi e formaggi
Occorre sapere, infatti, che il 90% del formaggio stile italiano è realizzato in Wisconsin, California e New York e ha superato la produzione dei veri formaggi statunitensi come Cheddar, Colby, Monterrey e Jack. Non solo formaggi però, l’effetto tarocco riguarda anche i salumi più prestigiosi, come le imitazioni del Parma e del San Daniele o la mortadella Bologna o il salame Milano.