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Acquacoltura: vongole, molluschi e ostriche tra crisi climatica e specie aliene

L’acquacoltura – che comprende anche vongole, molluschi e ostriche – è un sostegno alla sicurezza alimentare ma deve confrontarsi con il cambiamento climatico e l’invasione di specie aliene come il granchio blu. I ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie la biodiversità negli ambienti marini e controllano la salute degli animali

Acquacoltura: vongole, molluschi e ostriche tra crisi climatica e specie aliene
Foto di Tapani Hellman da Pixabay

Il clima cambia la biodiversità

L’acquacoltura, quindi anche vongole, molluschi e ostriche, secondo la FAO rappresenta un importante supporto alla sicurezza alimentare e al contrasto della malnutrizione.  

Nel 2022 l’acquacoltura a livello globale ha superato per la prima volta i volumi della pesca, raggiungendo 130,9 milioni di tonnellate.

In Italia si allevano tre specie: trota iridea, orata e spigola. L’allevamento dei molluschi bivalvi ha una lunga tradizione, soprattutto lungo la costa adriatica, in quantità ragguardevoli: 70mila tonnellate per la cozza mediterranea e 20mila tonnellate per la vongola verace

Una produzione tipica e importante per il territorio che sta però subendo le conseguenze di due fattori che mettono in crisi il comparto ovvero il surriscaldamento delle acque e la presenza di una specie aliena infestante come il granchio blu.

Ne abbiamo parlato con Giuseppe Arcangeli e Amedeo Manfrin, dirigenti veterinari del Centro specialistico ittico/Centro di referenza nazionale malattie dei pesci molluschi e crostacei dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.

Acquacoltura e inquinamento del mare

Secondo la FAO l’acquacoltura rappresenta un sostegno determinante alla sicurezza alimentare. Tuttavia, nei paesi dove l’acquacoltura è molto sviluppata (ad esempio in Norvegia), l’inquinamento del mare e le condizioni dei pesci sono un problema serio. Qual è la situazione in Italia?

La situazione in Italia è decisamente migliore in quanto, oltre ad applicare consolidate misure gestionali, la produzione totale e di conseguenza il numero di allevamenti e la densità degli animali sono notevolmente inferiori, aggirandosi normalmente sui 15 kg/m3, come negli allevamenti biologici.

Specie aliene e riscaldamento del mare minacciano vongole e molluschi

Riscaldamento del mare, presenza di specie aliene, granchio blu, nuove malattie stanno mettendo in crisi la sopravvivenza delle specie ittiche. Oltre all’azione di controllo, esistono strategie possibili da attuare in tempi brevi? Quali azioni ha già messo in campo l’IZSVe?

La crisi climatica ha determinato un drastico cambiamento nella biodiversità, con prevalenza di nuove specie, come il granchio blu, che ha pochi ostacoli nella sua attività predatoria.

Infatti, predatori un tempo presenti nelle nostre lagune come branzini, passere, altri granchi, anguille, sono quasi scomparsi e così il granchio blu, dalla fase giovanile in poi non ha predatori che possano ostacolarlo.

Dovremo convivere con questo animale per i prossimi anni. Per questo non rimane che proteggere i molluschi e le vongole veraci visto che stiamo parlando di lagune. Ad esempio, attraverso aree confinate con apposite reti in cui immettere seme ottenuto da schiuditoi, poiché le aree naturali di riproduzione di veraci sono scomparse.

IZSVe sta accompagnando questo processo, garantendo assistenza sanitaria per verificare che queste nuove modalità non impattino sulla salute dei molluschi stessi.

Per quanto riguarda la lattococcosi, nuova malattia delle specie marine, la messa a punto e produzione di specifici vaccini da parte degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali risulta la principale arma di lotta nei confronti di tale patologia, a cui devono essere associate strette misure di biosicurezza da parte degli allevatori.

Acquacoltura: vongole, molluschi e ostriche tra crisi climatica e specie aliene
Foto Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie

Le ostriche sono più resistenti

Oltre a mitili e vongole, si sta diffondendo l’ostricoltura perché le ostriche sembrano più resistenti alle varie avversità. Il loro mercato però è completamente diverso. L’IZSVe lavora con gli allevatori: qual è la loro posizione? Sono pronti per affrontare un cambiamento così importante?

Diversificare la produzione è sempre un metodo vincente in acquacoltura. Da anni si cercava di aggiungere le ostriche alle due sole specie di bivalvi allevate in Italia, appunto mitili e vongole veraci, ma senza successo.

La crisi causata dal granchio blu ha determinato un’accelerazione ad allevare questa specie che effettivamente è più resistente alle ondate di calore e viene allevata in sistemi protetti dal granchio blu, come ceste e lanterne.

Impresa non facile perché non abbiamo esperienza in questa specie e soffriamo della competizione con i colleghi francesi, che spuntano prezzi inferiori alla vendita.

IZSVe lavora a fianco dei nuovi ostricoltori perché le patologie delle ostriche non sono conosciute in Italia e non si può pensare di allevare le ostriche senza applicare un’attenta biosicurezza nelle nascenti ostricolture.

Acquacoltura e ripristino della biodiversità

Quali sono le previsioni per il futuro dell’acquacoltura?

Per i pesci allevati a terra, in Italia principalmente le trote, sarà necessario impostare gli allevamenti con uno sfruttamento oculato della risorsa idrica, sempre meno garantita nel suo apporto costante durante l’anno.

Per questo vanno rivisti e aggiornati gli attuali impianti, con soluzioni di eventuali ricircoli di acqua, ben tarati sul carico di pesce.

Anche la genetica può aiutare, per selezionare soggetti più resistenti alle mutate condizioni climatiche e alle nuove malattie collegate.

Per i pesci di mare, nuovi vaccini possono aiutare a proteggere dai nuovi patogeni emersi con i cambiamenti climatici.

Per quanto riguarda i molluschi, nel breve periodo la soluzione è convivere al meglio con predatori come il granchio blu.

Inoltre, nel lungo periodo si deve cercare, dove è possibile, di ripristinare la biodiversità perduta, soprattutto nelle lagune.

In mare gli allevatori sono sempre più chiamati a utilizzare sistemi di allevamento che tengano conto dei parametri ambientali, per indirizzare la produzione al meglio. I dati satellitari e quelli delle boe multi-parametriche ormai disponibili possono aiutare in questo.

La creazione di schiuditoi per le specie allevate, in particolare ostriche e vongole veraci consentirà di applicare una selezione genetica anche per questo settore, oggi non applicata in Italia ai molluschi allevati. Coltivare in mare anche da parte del molluschicoltore non è più un optional, ma è diventato un obbligo.

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About Author / Isabella Ceccarini

Europeista sostenitrice dell’Italia, non ama i confini mentali e geografici. Di formazione umanistica, è curiosa delle novità e affascinata dalla contaminazione tra saperi diversi. Giornalista da più di trent’anni, ha lavorato a lungo come caporedattore per un trimestrale di politica universitaria e ricerca. Ha scritto a quattro mani il libro Perché l’università. Riflessioni sull’etica del sapere che raccoglie pensieri e interviste a esponenti di spicco del mondo dell’istruzione superiore e di organizzazioni internazionali. Ha collaborato con diverse case editrici alla stesura di libri e cataloghi per mostre ed eventi occupandosi di progettazione e coordinamento editoriale. È attenta ai temi etici di cui ha scritto per il mensile della Società San Vincenzo de’ Paoli e ha fatto parte della giuria del Premio letterario Città di Castello nella sezione riservata ai giovani. Organizza e modera tavole rotonde su temi che spaziano dalla salute all’agricoltura, nonché corsi di formazione per i giornalisti. Ha ideato e condotto due eventi per il format #leparolevalgono di Treccani. Dal 2017 è entrata a far parte del team di Rinnovabili dove si dedica in particolare all’agrifood ma ama anche allungare lo sguardo ai temi ambientali. Per Rinnovabili progetta e conduce Agrifood Forum, evento annuale sulla sostenibilità alimentare.