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Ministri europei e di tutto il mondo si impegnano ad affrontare l’emergenza abitativa

Per rispondere a tale emergenza i Rappresentanti dei Governi dell'UNECE hanno proposto di incrementare gli investimenti pubblici, ampliare l'edilizia abitativa pubblica e sbloccare finanziamenti attraverso obbligazioni verdi e prestiti legati alla sostenibilità.

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Immagine generata da IA

L’aumento delle spese abitative si conferma una delle questioni più urgenti da risolvere. In tutta Europa e al di fuori del continente i costi degli alloggi stanno aumentando più velocemente dei redditi e molte famiglie arrivano a spendere anche metà delle entrate economiche solo per avere un tetto sopra la testa.

Per provare a rispondere a tale emergenza più di 30 Ministri e alti Rappresentanti governativi questa settimana si sono incontrati a Ginevra. Si sono impegnati a promuovere politiche più incisive e a incrementare i finanziamenti per favorire l’accessibilità economica e la sostenibilità delle case. L’incontro è stato organizzato dalla Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE), organismo ONU per la promozione dell’integrazione economica paneuropea e dello sviluppo sostenibile. Ne fanno parte 56 Stati sparsi tra Europa, Nord America e Asia centrale.

Lo studio UNECE sulle spese abitative

L’accessibilità economica degli alloggi riguarda tutta la regione UNECE e in particolare le aree urbane. L’aumento dei prezzi delle abitazioni, la stagnazione del reddito e l’incremento dei costi di costruzione stanno esercitando una notevole pressione finanziaria sulle famiglie.

Una ricerca dell’UNECE, pubblicata a febbraio 2025, aveva dimostrato che in Europa l’emergenza abitativa colpisce più di un terzo delle persone collocate nel 40% delle fasce di reddito più basse. Sebbene la carenza di alloggi a prezzi accessibili vari significativamente da un Paese all’altro, lo studio aveva evidenziato che molte famiglie nella regione considerata spendono fino al 45% del proprio reddito per sostenere le spese abitative.

Tali oneri gravano in modo più significativo sui nuclei abitativi più svantaggiati, come quelli composti da immigrati, giovani famiglie, anziani e famiglie monogenitoriali. La ricerca, basata sui dati di 32 Stati Membri dell’UNECE, identificava i principali fattori responsabili del divario di accessibilità e tra questi ci sono i cambiamenti demografici, le barriere normative e le disuguaglianze economiche.

Sempre l’UNECE nel 2024 aveva avvertito che nella maggior parte dei Paesi i costi degli alloggi stanno spingendo più di un terzo delle famiglie a basso reddito verso la soglia di povertà. La crisi abitativa è anche una crisi di sostenibilità poiché gli alloggi sono responsabili di quasi il 30% del consumo energetico.

L’accesso alla casa è un diritto umano inviolabile

Il diritto all’alloggio è un diritto umano fondamentale ecco perché è importante aumentarne l’accessibilità. “Senza un accesso generalizzato ad alloggi a prezzi accessibili, di alta qualità e basati sui bisogni, possono sorgere numerosi problemi sociali ed economici, che interessano diversi ambiti delle politiche pubbliche come l’istruzione, la sanità, i trasporti e l’ambiente“, ha affermato Martin Tschirren, direttore dell’Ufficio federale svizzero per l’edilizia abitativa.

Quanto sono accessibili gli alloggi in Europa?

Una maniera utile a capire se i costi degli alloggi sono troppo alti è analizzare il rapporto tra prezzi e redditi. Se i costi degli alloggi superano il 40% del reddito disponibile, significa che gli individui hanno problemi abitativi. Nel 2024, i costi degli alloggi nell’UE hanno superato il 40% del reddito disponibile per il 9,8% dei nuclei abitativi delle città e per il 6,3% di quelli situati nelle aree rurali.

Nel 2024 oltre un quarto dei greci (il 29%) residenti in città ha sostenuto costi abitativi superiori al 40% del reddito. Quasi il 35,5% del reddito familiare in Grecia è servito a coprire i costi di alloggio, la quota più alta tra i Membri del blocco. Tra il 2015 e il 2024, i prezzi delle case nell’UE sono aumentati in media del 53%. Gli aumenti maggiori si sono verificati in Ungheria (+209,5%), Lituania (+135%) e Portogallo (+124,4%).

Cosa sta facendo l’UE per risolvere la crisi abitativa?

Nel 2021 il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione per invitare tutti i Paesi dell’UE a riconoscere l’accesso a un alloggio adeguato come un diritto umano fondamentale, diritto da veder riconosciuto attraverso la legislazione. Il Parlamento ha istituito una commissione speciale chiamata a studiare le cause profonde della crisi abitativa e a proporre nuove soluzioni. Il mandato iniziale della commissione, inizialmente di un anno, è stato prorogato di sei mesi, e scadrà il 30 luglio 2026.

Come affrontare l’emergenza abitativa

I costi abitativi sono strettamente legati alla crescita economica e al livello di occupazione e i Ministri riuniti a Ginevra hanno riconosciuto che guardare all’edilizia abitativa come a un generatore di ricchezza e motore di profitto ha portato a un aumento della speculazione. Per rispondere a tale emergenza i Rappresentanti dei Governi dell’UNECE hanno proposto di incrementare gli investimenti pubblici, ampliare l’edilizia abitativa pubblica e sbloccare finanziamenti attraverso obbligazioni verdi, prestiti legati alla sostenibilità, trust fondiari comunitari o strumenti di finanza mista. Non solo, si sono anche impegnati a regolamentare gli affitti turistici a breve termine per ridurre la speculazione.

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