I Paesi Membri hanno fortemente indebolito le ambizioni iniziali. Il compromesso riduce di fatto all'85% i tagli alle emissioni richiesti alle industrie europee.

I Ministri dell’Ambiente dell’UE hanno raggiunto un accordo sull’obiettivo climatico europeo per il 2040. I Paesi Membri hanno fortemente indebolito le ambizioni iniziali, a discapito della tutela del clima e della salute dell’uomo.
Già durante l’ultima riunione del Consiglio europeo erano arrivate varie modifiche alle norme sul clima. I Ministri si sono incontrati di nuovo il 4 novembre per un vertice straordinario utile a decidere i nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni del blocco per il 2035 e il 2040, ma a causa delle profonde divisioni interne i colloqui sono stati molto difficili e sono andati avanti per oltre 18 ore. Oggi, 5 novembre, l’accordo è diventato finalmente ufficiale.
L’accordo dell’ultimo minuto salva Bruxelles poche ore prima dell’inizio del vertice sul clima COP30. La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, incontrerà gli altri leader mondiali domani, 6 novembre. “Abbiamo molto in gioco. Stiamo mettendo a rischio la nostra leadership internazionale, fondamentale in questo contesto straordinariamente complicato“, ha dichiarato ai giornalisti il Ministro dell’Ambiente spagnolo, Sara Aagesen.
“Abbiamo approvato sia la legge clima che NCD (Contributi Nazionali Volontari) per la COP30. Questo è un compromesso buono, la Commissione ha riconosciuto le nostre istanze“, ha dichiarato invece il Ministro italiano dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
Svilito l’obiettivo climatico europeo per il 2040
La Commissione UE aveva proposto una riduzione del 90% delle emissioni entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990 e suggeriva di esternalizzare 3 punti percentuali di tale riduzione attraverso l’acquisto di crediti di carbonio esteri. In base a tale proposta, i Paesi europei si sarebbero impegnati a raggiungere almeno l’87% del taglio delle emissioni attraverso sforzi nazionali.
L’accordo raggiunto oggi lascia invariato l’obiettivo principale del taglio del 90% delle emissioni, ma prevede che i Paesi Membri si impegnino internamente solo per l’85%, con la possibilità di scendere anche al di sotto di questa percentuale in futuro. I crediti di carbonio esteri dunque potrebbero arrivare a coprire fino a 5 punti percentuali. Il compromesso, dunque, riduce di fatto all’85% i tagli alle emissioni richiesti alle industrie europee. In tal senso, i Governi stranieri ricevono dei pagamenti per ridurre le emissioni per conto dell’Europa, compensando la parte restante dell’obiettivo climatico.
I Paesi europei hanno eliminato la parte del testo in cui tali compensazioni venivano indicate solo come un’opzione possibile. Inoltre, il nuovo testo di accordo consente ai Governi dell’UE di esternalizzare ulteriori 5 punti percentuali dei loro obiettivi nazionali, scendendo eventualmente all’80% di riduzione delle emissioni.
Esortando i Ministri dell’UE,Teresa Ribera, vicepresidente dell’esecutivo dell’UE responsabile della transizione verde, aveva sostenuto in una nota: “Ritardare l’azione per il clima o abbassare la nostra ambizione al di sotto della traiettoria richiesta è un invito a sprecare denaro e a perdere opportunità di investimento. È un segno di debolezza e incoerenza, con enormi costi economici e umani“.
Rinviata di un anno l’introduzione dell’ETS2
L’accordo prevede di rinviare di un anno, quindi al 2028, l’introduzione della nuova tassa sul carbonio per i trasporti e i combustibili per il riscaldamento, ossia l’ETS2, il nuovo sistema di tariffazione delle emissioni di anidride carbonica per trasporti ed edilizia. Per placare soprattutto la Polonia, l’UE potrebbe concedere all’industria pesante permessi di inquinamento gratuiti nell’ambito del mercato del carbonio europeo per un periodo di tempo più lungo del previsto.
No al bando ai motori a combustione interna dopo il 2035
Per rispondere invece a una richiesta specifica dell’Italia i Paesi dell’UE si sono accordati anche sul punto dei carburanti a basse emissioni di carbonio per il trasporto su strada. “Per la prima volta”, vengono citati nella normativa i biocarburanti“, ha commentato ancora Pichetto Fratin. La richiesta si inseriva nell’ambito della discussione più ampia sull’abbandono dei motori a combustione interna dopo il 2035, ora rinviato.
Ancora poco chiaro l’obiettivo climatico al 2035
Tutti i Paesi avrebbero dovuto aggiornare i propri Piani climatici (NDC) per il 2035 entro febbraio di quest’anno, come prevede l’Accordo di Parigi. Bruxelles non è riuscita a farlo neanche entro settembre. I Paesi dell’UE ora hanno fissato questo obiettivo tra il 66,25 e il 72,5%, riprendendo quanto già affermato in una dichiarazione informale.













