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Mercato elettrico: Terzo record storico per il Prezzo Unico Nazionale

Il prezzo medio di acquisto sulla borsa elettrica ha toccato i 176,64 euro il MWh nella seconda metà di settembre

Prezzo Unico Nazionale
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Il Gestore del mercato elettrico conferma il trend rialzista del Prezzo Unico Nazionale

(Rinnovabili.it) – La dinamica rialzista del PUN, il Prezzo Unico Nazionale, prosegue senza incertezze. Accennando persino a piccole rincorse. Lo riferisce il Gestore del Mercato elettrico (GME) nella sua ultima newsletter, annunciando per l’Italia il terzo record storico consecutivo. A settembre 2021, infatti, il prezzo di riferimento all’ingrosso dell’energia elettrica acquistata sulla Borsa Elettrica Italiana (IPEX – Italian Power Exchange) ha raggiunto i 158,59 euro il MWh. Si tratta di un aumento del 41,1 per cento su agosto e del ben 225 per cento sul dato 2020.

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Un trend in linea con quello registrato nelle principali borse elettriche europee e che deve la sua origine soprattutto agli elevati costi di generazione. Scrive GME “La crescita del prezzo, in progressiva intensificazione nel corso del mese […] riflette un’analoga escalation del prezzo del gas al Punto di scambio virtuale (PSV), salito a 63,26 euro il MWh (+20,72 €/MWh sul mese e +51,59 €/MWh sull’anno). E della CO2 che si porta a 61,02 euro a tonnellata (+4,49 €/ton e +33,21 €/ton)”. Un’escalation che ha portato il PUN, nella seconda metà del mese, addirittura ai 176,64 €/MWh.

Ma il rialzo del Prezzo Unico Nazionale è ovviamente legato anche ai maggiori consumi (33,8 GWh medi), oggi in continua e forte ripresa, accompagnati da bassi livelli di offerta nazionale. Non aiutano neppure le fonti rinnovabili i cui volumi, soprattutto quelli dell’idroelettrico, sono al minimo da inizio anno. A segnare nuovi record sono anche tutti i prezzi di vendita, compresi tra i 153,28 euro il MWh della Sardegna e i 160,07 euro il MWh della Sicilia.

“Ai massimi storici – aggiunge  il Gestore – anche le quotazioni estere (Spagna a 156 €/MWh, Austria, Germania, Francia, Svizzera e Grecia a 128/139 €/MWh), da cui l’Italia tende ad ampliare il suo differenziale soprattutto nella seconda parte del mese, quando più forte risulta la crescita del gas, combustibile di riferimento del parco di generazione italiano”.

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