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Pechino conferma: accordo con gli Usa per eliminare i controlli alle esportazioni

Pechino sembra aver confermato la formalizzazione di un accordo con Washington per l'esportazione dei minerali critici negli Stati Uniti.

Pechino conferma: accordo con gli Usa per eliminare i controlli alle esportazioni
Immagine creata con IA

Usa e Cina avrebbero trovato un accordo sulle terre rare, segnando una possibile svolta nelle relazioni commerciali bilaterali. Pechino sembra aver confermato la formalizzazione di un accordo con Washington per l’esportazione dei minerali critici negli Stati Uniti.

La Cina rivedrà e approverà le richieste di esportazione di articoli controllati – ha dichiarato venerdì 27 giugno in una nota il Ministero del Commercio cinese – e gli Stati Uniti di conseguenza annulleranno una serie di misure restrittive adottate nei confronti della Repubblica Popolare“.

Usa e Cina formalizzano un accordo sulle terre rare

La dichiarazione suona come una risposta alle affermazioni del Segretario al Commercio Usa, Howard Lutnick, il quale aveva detto a Bloomberg News che gli Stati Uniti avrebbero cancellato i controlli alle esportazioni se la Cina avesse iniziato a fornire minerali di terre rare.

Il Presidente Trump il giorno prima aveva tuonato dalla Casa Bianca che la sua Amministrazione aveva firmato un accordo commerciale con la Cina, ma non si capisce se si riferisse proprio alle esportazioni di terre rare. L’accordo potrebbe aver formalizzato l’intesa raggiunta dalle due delegazioni a inizio mese a Londra, che richiedeva però l’approvazione del Presidente cinese Xi Jinping e dello stesso Trump.

Un riepilogo

Il 4 aprile il Ministero del Commercio cinese aveva imposto controlli sull’export di sette minerali critici in risposta ai dazi decisi da Trump sui prodotti cinesi. L’11 maggio funzionari statunitensi e cinesi si erano visti in Svizzera e avevano trovato un accordo per una tregua di 90 giorni sulle tariffe al commercio. La tregua comprendeva anche la rimozione delle aziende statunitensi dalla lista nera di Pechino, permettendo nuovamente la fornitura di terre rare, almeno sulla carta.

La situazione però non era migliorata perché molti produttori americani avevano iniziato a fermare le fabbriche per la mancanza di materie prime. Dopo i colloqui a Ginevra, Trump aveva accusato Pechino di aver ignorato l’accordo. La Repubblica Popolare aveva deciso infatti di rallentate il rilascio delle licenze di esportazione, forzando gli Stati Uniti a ritornare al tavolo delle trattative.

Le conseguenze per il settore automotive

L’11 giugno, i funzionari cinesi e statunitensi sono arrivati a definire un nuovo quadro commerciale a seguito di due giorni di colloqui nella capitale britannica, alla presenza anche del Segretario al Tesoro Usa, Scott Bessent. L’accordo potrebbe comprendere appunto il ripristino delle esportazioni cinesi di terre rare agli agli Stati Uniti, dopo mesi di severe restrizioni, particolarmente pesanti per il settore automobilistico.

Da aprile le richieste di licenza arrivate alle autorità cinesi sarebbero state centinaia. Di queste, da quando le restrizioni sono entrate in vigore, solo il 25% sarebbe stato accolto, come si legge anche in un’analisi del Csis. Il ritardo nel rilascio dei permessi ha creato danni soprattutto ai produttori europei e giapponesi sia di auto elettriche che a motore a combustione. I minerali oggetto delle restrizioni cinesi sono fondamentali per una serie di componenti delle auto, come trasmissioni automatiche, alternatori, motori elettrici, sensori, cinture di sicurezza, altoparlanti, sistemi di illuminazione, servosterzo e telecamere.

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About Author / Erminia Voccia

Giornalista appassionata e osservatrice delle dinamiche globali. Prima di approdare a Rinnovabili ha lavorato per i telegiornali e ha scritto per diversi quotidiani nazionali di temi legati all’ambiente e agli esteri, con uno sguardo particolare verso l’Asia. Si interessa di clima, politiche climatiche e geopolitica. Ha studiato il giapponese, ama la pizza ed è mamma di Lavinia.