Auto elettrica: Governo studia piano per 20mila charger point

In occasione della presentazione del car sharing di Bollorè a Torino, il Ministro dei trasporti annuncia il nuovo piano da 32 mln per diffondere l’emobility

Auto elettrica: Governo studia piano per 20mila charger point

 

(Rinnovabili.it) –  Ben ventimila stazioni di ricarica per auto elettrica spunteranno nel breve termine sul territorio italiano con l’obiettivo di promuovere la diffusione dell’e-mobility. Questa la “promessa” per il settore dei trasporti nostrano. A pronunciarla è il ministro dei Trasporti Graziano Delrio che, parlando in occasione del lancio del car sharing elettrico firmato Bollorè a Torino, spiega il progetto sui cui il suo dicastero si appresterebbe a lavorare: spingere la mobilità sostenibile oltre gli attuali (e contenuti) confini. Ad oggi in Italia infatti sono state installate circa 700 colonnine di ricarica a uso pubblico e/o semipubblico. Un numero decisamente contenuto che diventa irrisorio se si considerano i punti fast charger (ricarica veloce) realizzati sulle arterie autostradali: solo 9, e pero lo più quasi tutti al Nord.

 

Il nuovo progetto ministeriale, spiega Delrio, punta ad un rafforzamento della componente elettrica a livello nazionale. Sto ragionando per fare nei prossimi tre anni un piano da 20mila stazioni di ricarica. Noi dobbiamo pensare a questo come ad una grande infrastruttura per il nostro paese”. Per raggiungere l’obiettivo “il governo investirà 32 milioni di euro nel piano nazionale infrastrutture elettrico nei prossimi 2 anni e mezzo”. I soldi saranno destinati all’istallazione di 20 mila stazioni di ricarica lungo le principali dorsali delle città metropolitane.

 

“L’auto non è nemica della sostenibilità e lo dimostra l’auto elettrica – ha concluso il ministro -. Torino con il progetto Blue Car di Bollorè sta aprendo una strada nuova, le altre città italiane dovranno seguirla”. Il car sharing dell’imprenditore francese si propone come un vero apripista: il piano è di dotare il capoluogo piemontese di quattrocento auto elettriche Blue Car – disegnate da Pininfarina e prodotte nel Canavese a Bairo – e 750 colonnine entro tre anni. “A breve – anticipa Serge Amabile, presidente di Bluetorino a società del Gruppo che segue il progetto- avvieremo il servizio anche a Londra, mentre siamo in contatto con diverse città tra cui anche Roma”.

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5 Commenti

  1. Una notizia che sicuramente guarda al futuro , ci vorrebbe un po più di serietà , giorni fa ho seguito un servizio sulla mobilità elettrica , dove spiegavano che chi aveva installato le centraline di ricarica aveva una presa elettrica personalizzata dove si ricaricavano solo alcuni modelli , se cominciamo così , andiamo male

    • in italia sarà certamente così, presa elettrica personalizzata, che cambierà al variare non solo della marca di automobile ma anche del modello, finché, fra 15 anni la comunità europea dovrà imporre un solo tipo di presa (come per i caricabatteria dei cellulari)

  2. Se l’energia elettrica viene prodotta dalle centrali termiche mi spiegate dove è l’ecologia delle macchine elettriche? Spostiamo, democraticamente, semplicemente la produzione di CO2 dai centri abitati a una centrale termica fuori città presso qualche comunità agricola che ha minor peso politico, senza contare il carico inquinante delle batterie.

    • Come al solito l’italiano medio è sempre pronto a pontificare a “costo zero” con il solito atteggaimento disfattista “a priori”… tanto nessuno ne chiederà mai conto di quello che dice. In Svezia, Norvegia, Olanda ed in ultima analisi…l’India (già proprio l’india) tra il 2025 e il 2030 hanno deciso di abbandonare il motore a scoppio e non mi pare i cittadini abbiano lo stesso atteggiamento disfattista, ma si sa…noi italiani siamo sempre più…furbi, la sappiamo più lunga…
      Detto questo, veniamo ai fatti. Studi fatti da autorevoli riviste, considerando TUTTO il ciclo produttivo dell’auto, hanno riconosciuto che la produzione di un auto elettrica è meno inquinante di una a combustione; le batterie a fine del loro ciclo utile per l’autotrazione, possono essere impiegate per molti anni per l’accumulo fotovoltaico domestico/industriale; lo smaltimento a fine ciclo totale (almeno altri 20 anni) è in continua evoluzione, un pò come sta avvenendo con i pannelli fotovoltaici dove la Corea del Sud ha di recente brevettato un sistema che consente di abbattere del 80% l’impatto ambientale di smaltimento del pannello a fine ciclo; l’Enel, almeno in Italia, garantisce che la corrente fornita alle colonnine è prodotta al 100% da fonti alternative; un possessore di auto eltettrica di norma ha già un impianto fotovoltaico a casa; laddove fosse anche vero quello che dice, se ci fossero solo veicoli elettrici sarebbe più facile intervenire per riconvertire una centrale elettrica in energia pulita, piuttosto che come adesso riconvertire milioni di veicoli inquinanti; se anche l’energia elettrica fosse prodotta da combustibili fossili, il petrolio bruciato per percorrere un tot di km dalle auto elettriche, sarebbe minore di quello necessario per percorrere gli stessi km, ma bruciando il petrolio in ogni singolo veicolo, in ultima analisi l’inquinamento decentrato di una centrale elettrica sarebbe comunque meno dannoso di milioni di tubi di scappamento che esalano gas tossici proprio sotto il tuo naso, nelle città in cui si vive. Forse la prossima volta sarebbe meglio impiegare il tempo ad approfondire le questioni, prima di… (spero di non aver offeso nessuno, non era mia intenzione )

  3. Se in città ci fossero tutte auto elettriche avremmo città più vivibili. La produzione di energia di massa potrebbe certamente essere un problema è al momento le soluzioni non sono tutte ecologiche, ma certamente i grossi impianti hanno rendimenti superiori e sistemi di abbattimento degli inquinanti più efficienti rispetto ai piccoli motori. Con la speranza che col progresso tecnologico si possa avere una graduale riconversione delle centrali e magari anche la possibilità di autoproduzione di energia (solare ma non solo).

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