Nei primi sei mesi del 2025, i camion medi e pesanti a zero emissioni rappresentavano solo il 3,6% delle nuove immatricolazioni nell'UE. Nello stesso periodo del 2024 erano il 2,1%.

Il trasporto dei mezzi pesanti non incide ancora in modo importante sulle emissioni zero, e la decarbonizzazione degli HDV (veicoli pesanti) procede lentamente. La sentenza arriva dal rapporto di ACEA secondo il quale mancano infrastrutture adatte ai camion e l’accesso alla rete.
Numeri alla mano. Nei primi sei mesi del 2025, i camion medi e pesanti a zero emissioni rappresentavano solo il 3,6% delle nuove immatricolazioni nell’UE. Nello stesso periodo del 2024 erano il 2,1%.
La decarbonizzazione del trasporto pesante su gomma è un pilastro fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi climatici stabiliti dall’Unione Europea, in particolare il Green Deal che mira alla neutralità climatica entro il 2050. Il settore dei trasporti è un contributore significativo alle emissioni totali di gas serra, e l’autotrasporto merci, data l’elevata intensità di utilizzo e l’impatto emissivo, è un segmento cruciale su cui intervenire.
Europa arretrata sui mezzi pesanti
Solo quattro veicoli su cinque sono stati immatricolati in 5 mercati: Svezia, Paesi Bassi, Austria, Danimarca e Francia. Mentre in due paesi extra-UE, Svizzera e Norvegia, si superano i paesi dell’UE grazie a condizioni abilitanti più favorevoli. Ormai mancano 4 anni all’obiettivo di CO2 e l’Europa avrà bisogno di circa 400.000 camion a zero emissioni su strada entro la fine del decennio. Questo significa che almeno un camion nuovo su tre, un vero boom, dovrà essere a zero emissioni ogni anno.
- Oltre 45 modelli di camion a emissioni zero disponibili in Europa.
- Solo il 3,6% dei camion pesanti registrati nel primo semestre del 2025 erano ZEV.
- La maggior parte delle registrazioni ZEV avviene in cinque stati membri: Svezia (7,1%), Paesi Bassi (6,3%), Austria (3,2%), Danimarca (2,9%) e Francia (2,1%).
- La Svizzera e la Norvegia superano gli stati membri dell’UE in termini di registrazioni ZEV.
Stazioni di ricarica pubbliche
Sebbene la maggior parte della ricarica dei camion avvenga oggi nei depositi, le stazioni di ricarica pubbliche e semi-pubbliche sono essenziali per favorire la decarbonizzazione mezzi pesanti e una rapida diffusione sul mercato dei camion a lungo raggio.
In Europa esistono circa 1.100 punti di ricarica pubblici (da 350 kW e oltre) adatti ai camion pesanti. Entro il 2030 serviranno almeno circa 50.000 punti di ricarica per veicoli pesanti, inclusi 35.000 punti di ricarica Megawatt Charging System e almeno 700 stazioni di rifornimento di idrogeno, con una capacità di 6 tonnellate al giorno.
- Circa 1.000 caricatori adatti per veicoli pesanti in 12 paesi.
- Necessità di 500 caricatori pubblici dedicati ogni mese fino al 2030.
- Per il 2030, sono necessari almeno 50.000 punti di ricarica pubblici e 700 stazioni di rifornimento di idrogeno.
Abbattere i costi totali di proprietà
Un’altra sfida cruciale è rappresentata dai costi totali di proprietà favorevoli per i veicoli a zero emissioni. Oggi, il TCO dei camion a zero emissioni è più costoso del diesel convenzionale in troppi casi d’uso e stati membri e dipende da misure politiche di supporto.
Sebbene politiche mirate, come i pedaggi autostradali differenziati in base alle emissioni di CO2 (Eurovignette), gli incentivi fiscali e il prossimo ETS2 contribuiranno a colmare il divario, queste misure non sono ancora state implementate o rimangono insufficienti a stimolare in modo deciso la domanda.
Il percorso è tracciato da obiettivi di riduzione di CO₂ sempre più stringenti per le nuove flotte di veicoli pesanti. Il Regolamento Europeo definisce un taglio progressivo basato sui valori medi del 2019, focalizzandosi prevalentemente sui veicoli a zero emissioni (ZEV), in primis elettrici e a celle a combustibile/idrogeno.
La transizione si basa su tre pilastri interconnessi:
- Veicoli a Zero Emissioni: Sviluppo e disponibilità di modelli funzionali, affidabili ed efficienti (BEV e FCEV).
- Infrastrutture: Roll-out rapido e capillare di infrastrutture di ricarica (MCS) e rifornimento (HRS) adeguate ai mezzi pesanti.
- Quadro Normativo: Un policy framework che supporti e guidi la transizione, rendendo i veicoli a zero emissioni la scelta preferenziale per gli operatori di trasporto.
| Anno | Target UE di Riduzione CO₂ per HDV (vs. 2019) |
| 2025 | -15% |
| 2030 | -45% |
| 2035 | -65% |
| 2040 | -90% |
Scenario italiano: parco veicolare vecchio
L’Italia, che si colloca al quarto posto in Europa per volume di merci trasportate su strada, affronta la transizione partendo da un contesto particolarmente sfidante. La criticità principale risiede nell’anzianità della flotta e nella bassissima penetrazione delle nuove tecnologie. Il parco circolante italiano di veicoli industriali (oltre le 3,5 tonnellate) ha un’età media elevatissima oltre i 19 anni, e il mercato del nuovo resta fortemente legato al diesel: circa il 98,2% dei camion.
| Indicatore | Dati parco veicolare pesante in Italia (> 3.5t) |
| Parco circolante totale | Circa 966.500 veicoli |
| Età media flotta | 19,1 anni |
| Quota di Veicoli Ante Euro V | Quasi un terzo del parco |
| Alimentazione prevalente | Diesel (98,2%) |
| Quota elettrico (Immatricolazioni 2023) | 0,3% |
| Quota alternative (Metano, GNL, Ibrido) | 2,9% |
Mantenendo l’attuale tasso di sostituzione, si stima che occorrerebbero 26 anni per sostituire l’intera flotta. Questo ritardo strutturale rende gli obiettivi del 2030 – che richiedono una quota di ZEV registrati annualmente superiore a un terzo – estremamente difficili da raggiungere senza un’accelerazione drastica.
Decarbonizzazione mezzi pesanti, accelerare la transizione
La decarbonizzazione del trasporto pesante in Italia è un imperativo ambientale ed economico. Il Paese deve affrontare l’urgente necessità di un rapido rinnovamento della flotta. Per rendere gli ambiziosi obiettivi europei del 2030 e 2040 realistici, è indispensabile:
- Massimizzare gli incentivi per l’acquisto di ZEV e la sostituzione dei veicoli più inquinanti
- Accelerare la realizzazione delle infrastrutture, in particolare le stazioni H₂ previste dal PNRR e i punti di ricarica MCS per i BEV lungo i corridoi logistici.
- Garantire la neutralità tecnologica nella valutazione delle emissioni (ad esempio, passando dal metodo Tank-to-Wheel ad approcci Well-to-Wheel o Life Cycle Assessment) per includere il contributo positivo di bio-carburanti sostenibili nella fase di transizione e per l’attuale flotta diesel.
Decarbonizzazione mezzi pesanti: rischio sanzioni UE
Senza un’azione coordinata e urgente su questi tre fronti, gli obiettivi di riduzione di CO₂ per gli HDV non saranno raggiungibili, esponendo l’industria italiana a forti penalità e il Paese al rischio di non cogliere le opportunità di innovazione e competitività offerte dalla transizione energetica.
- Circa 400.000 ZEV devono essere operativi entro il 2030.
- È necessario registrare annualmente circa 100.000 ZEV.
- Le sanzioni per non conformità possono arrivare a €4.250 per g CO2/tkm.












