Anche nello scenario emissivo migliore, in linea con 1,5°C, la frequenza e intensità degli episodi di scarsità di neve triplicherà entro il 2100. Lo studio dell’Accademia delle Scienze cinese

Le Alpi e gli Appennini (quasi) senza neve che abbiamo visto negli ultimi anni non ci dovrebbero sorprendere. Questo tipo di panorama – e le sue conseguenze, a partire dalla siccità e dalla mancanza di risorsa idrica per tutti gli usi – ci diventerà sempre più familiare nei prossimi decenni. La frequenza degli eventi di scarsità di neve (snow droughts) potrebbe aumentare fino a 4 volte rispetto al periodo 1981–2020 nello scenario ad alte emissioni (SSP5-8.5) entro il 2100.
Lo sostiene un recente studio pubblicato su Geophysical Research Letters, “Patterns of Snow Drought Under Climate Change: From Dry to Warm Dominance“, che analizza l’evoluzione futura della scarsità di neve nei diversi scenari climatici su scala globale.
Che cosa sono le snow droughts
Il termine snow drought descrive una condizione in cui l’equivalente in acqua della neve accumulata (snow water equivalent, SWE) è sensibilmente inferiore alla norma stagionale. Questo deficit può dipendere da tre fattori distinti:
- dry snow droughts, causate da una generale riduzione delle precipitazioni;
- warm snow droughts, dovute a temperature elevate che impediscono la formazione di neve anche in presenza di precipitazioni;
- compound snow droughts, che combinano entrambe le condizioni, risultando spesso le più gravi.
Lo studio considera tutti e 3 questi tipi di eventi nelle proiezioni da qui al 2100.
Si tratta di eventi che alterano il ciclo naturale dell’acqua, mettono a rischio l’approvvigionamento idrico per milioni di persone, e compromettono la capacità di adattamento degli ecosistemi montani. Nelle regioni dove l’acqua derivata dallo scioglimento della neve è cruciale per l’irrigazione, la produzione energetica e il mantenimento dei flussi fluviali estivi, una scarsità di neve può avere impatti sistemici. Come è successo nel 2022 in Italia, specialmente in pianura Padana.
Il rischio della scarsità di neve in futuro: scenari
L’analisi condotta da un team di ricercatori guidati dall’Accademia cinese delle scienze fornisce la 1° classificazione globale delle snow droughts in base a modelli climatici avanzati (CMIP6) e dati osservativi ad alta risoluzione.
I risultati? La frequenza di eventi di scarsità di neve è destinata a crescere in modo significativo in tutte le aree montuose del pianeta. In particolare a latitudini e altitudini elevate come l’altopiano tibetano, le regioni artiche russe e il Nord America.
Di quanto? Nel futuro prossimo (2021–2060) la frequenza delle snow droughts aumenterà di circa 2 volte rispetto al passato recente. Nella seconda metà del secolo (2061–2100), nello scenario SSP5-8.5, cioè quello ad alte emissioni, si arriverà nel peggiore dei casi a una crescita fino a 4,2 volte. Ma anche nel caso migliore, nello scenario emissivo più in linea con il Paris Agreement e gli 1,5°C, la scarsità di neve triplicherà.
Come cambierà la scarsità di neve nei decenni? Il tipo di snow drought più frequente sarà quello legato al riscaldamento globale, ovvero eventi in cui la neve si trasforma in pioggia a causa di temperature elevate.
Inoltre, la probabilità che si verifichino queste warm snow droughts aumenterà di 6,6 volte entro la fine del secolo, mentre quella delle compound droughts di 3,7 volte. Il primo tipo costituirà due terzi (il 65%) degli eventi totali già entro metà secolo.