L'Italia è stata brava a diversificare le fonti di approvvigionamento ma tale diversificazione non metterebbe il nostro Paese al riparo di una possibile impennata dei prezzi conseguenti a eventuali riduzioni dell’offerta di gas sui mercati internazonali

di Erminia Voccia
La Commissione ha formalizzato la proposta di nuove sanzioni Ue contro la Russia per forzare Mosca ad accettare il cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni in Ucraina. Se fosse approvato dagli Stati Membri, sarebbe il 18esimo e il più vasto pacchetto di sanzioni dal febbraio 2022.
Cosa prevedono le nuove sanzioni Ue contro la Russia
Tra le altre cose l’esecutivo Ue è intenzionato a mettere definitamente fine al progetto del gasdotto Nord Stream 2. Tre delle quattro pipeline dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 sono state manomesse a settembre 2022 e il Nord Stream 2 non è mai entrato in funzione. La Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, è ottimista al riguardo e auspica che i Paesi del G7 supporteranno il nuovo pacchetto.
La decisione, tuttavia, comporterebbe un bando su un flusso di gas inesistente e l’eco sarebbe più mediatica che commerciale e operativa. In ogni caso, per adottare nuove sanzioni Ue contro la Russia è necessaria l’unanimità dei Paesi Membri al Consiglio Europeo, unanimità difficilmente raggiungibile considerando i probabili veti di Ungheria e Slovacchia.
I possibili piani Usa su Nord Stream 2
Rispetto all’Europa, gli Stati Uniti sembrano giocare un’altra partita. L’Amministrazione Trump potrebbe addirittura dare una mano ai russi, considerati i possibili piani per Nord Stream 2. L’ipotesi ventilata dai media prevede che un consorzio Usa rimetta in esercizio il gasdotto ma appare poco logica perché sarebbe in contrasto con la politica del Presidente americano. Il gas farebbe concorrenza al gnl statunitense ma Trump ha sempre affermato che, secondo lui, l’Ue dovrebbe acquistare più gnl dagli Stati Uniti.
Per quanto riguarda il gas russo la Commissione propone di interrompere tutte le importazioni entro la fine del 2027, favorendo la trasparenza, il monitoraggio e la tracciabilità nei mercati dell’Ue. Saranno vietati i nuovi contratti con i fornitori russi e i contratti spot, quelli con pagamento immediato, saranno sospesi entro la fine del 2025.
In merito al petrolio, la proposta dell’esecutivo Ue include nuove misure per contrastare la “flotta ombra” russa, ossia le navi impiegate da Mosca per eludere le sanzioni e trasportare petrolio. “Ciascuna sanzione è utile a indebolire la capacità di combattimento della Russia“, ha dichiarato Kaja Kallas, capo della diplomazia dell’Ue. Su questo punto Kallas ha aggiunto che gli sforzi europei stanno iniziando a dare i loro frutti. L’Unione ha già sanzionato più di 300 navi ombra e le nuove sanzioni contro Mosca colpirebbero altre 77 navi.

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Il commento di Massimo Lombardini, ricercatore associato Ispi
“Si è parlato di un accordo della cosiddetta price cap coalition composta da Paesi del G7 più Paesi Ue non parte del G7 e Australia per ridurre il tetto al prezzo del petrolio da 60 a 45 dollari al barile. – ha commentato per Rinnovabili Massimo Lombardini, ricercatore associato Ispi – Il tetto però non è in grado di impedire a Paesi terzi di acquistare il petrolio russo, che viene trasportato anche su vecchie carrette dei mari, la cosiddetta «old armada», aumentando il rischio di incidenti e sversamenti in mare.
“Tra i Paesi europei maggiormente dipendenti dal gas di Mosca l’Italia è stato uno dei più veloci a diversificare le proprie fonti di approvvigionamento. – ha aggiunto Lombardini – L’Italia, al contrario ad esempio della Germania, ha attuato una saggia politica di diversificazione dei fornitori e delle rotte di approvvigionamento. Tale diversificazione, tuttavia, non metterebbe il nostro Paese al riparo di una possibile impennata dei prezzi conseguenti a eventuali riduzioni dell’offerta di gas sui mercati internazionali“.